chiedo perdono se torno a breve su di un argomento da assai poco preso qui in considerazione, ma, come diceva assai meglio di me un poeta partito anzitempo: ho sempre avuto pochissime idee… ma in compenso fisse. Ghédalia Tazartès è una di queste.
sarà per quel nome salgariano, sarà perché continua a sfuggire alla logica (qualsivoglia logica), sarà perché continua a pensare e realizzare musica che ti porta lontano senza chiederti di percorrere un centimetro, sarà perché mi appare in sogno (succede anche questo), sarà perché è inquieto, instabile, imprendibile e altri aggettivi che cominciano per “i” a piacimento di chi legge.
così non si fa in tempo a metabolizzare il più recente lavoro che eccolo spuntare con la pelle mutata, con diversi compari e con quel bastimento di suoni inusitati e inauditi (o altri aggettivi a piacimento che principiano con “i”).
il progetto Reines D’Angleterre lo vede sin dal 2008 affiancato da Jo Tanz (a sinistra) e él-g (coinvolti a loro volta, senza Tazartès, nel duo Opéra Mort) in una specie di avamposto elettroacustico impegnato ad esplorare le possibilità di coincidenza fra elettronica, glitch, ethno psicotica, la poesia di Tazartès e l’incontestabile amenità del caos (o caso anagrammando). il loro primo disco Les Comores (Bo’Weavil, 2010) raccoglieva registrazioni dal vivo dei primi vagiti di musica concreta improvvisati su labili (e coraggiosi) palcoscenici d’europa: c’era aria di bric-à-brac sonoro e vocale assemblato con negligenza e voluta imperfezione.
ecco dunque giungere il secondo episodio di questa epopea dal titolo Globe Et Dynastie (Bo’Weavil, 2012). cinque tracce senza titolo registrate questa volta in studio a rendere ancor più indefiniti i contorni di questa traiettoria febbrile. potrei provare ora a raccontare di che musica stiamo parlando, ma a quest’ora sono sobrio e già divertito dai tentativi altrui testé letti. credo invece sia giusto dire che il tappeto concreto/elettroacustico srotolato dai due smanettatori francofoni sarebbe sterile (e tutto sommato già udito) senza l’intervento di Ghédalia Tazartès che, da vero squadernatore di ascolti confortevoli, delira senza limiti il suo campionario di etnomusicologia fantastica: vagiti, sciabordìi, ululati, gramelot, oggetti percossi, strisciati, ingoiati. forse, ancor più che tentare di definirla, è bene dire che questa musica (questo suono amniotico?) non assomiglia a niente di precedentemente udito, in natura o su supporto acustico… e mi piacerebbe pure venir smentito.
il valore aggiunto (eccome) è la capacità di non prendersi sul serio, direi quasi di prendersi pure per i fondelli al fine di liberare la musica creata da ogni pesante drappo concettuale. sarà anche questa una delle mie poche idee fisse, ma l’autoironia resta pur sempre un valido elisir di buona vita. insieme a Ghédalia Tazartès, certo, nella speranza di poterlo vedere sorridere dal vivo. buon ascolto.
Reines D’Angleterre Globe Et Dynastie
…borg, Lei con questa musica mi fa un zenzo…mi fa un zenzo!
…Lei con questa musica mi spoglia….spogliatoio!!
http://www.youtube.com/watch?v=OjyhgBoU0FM&feature=related
Grazie