per la maggior parte del tempo il vento della storia sbuffa forte a soffiar via i giorni e le ore di chi fu, di chi è passato. le spinge lontano, in un lontano introvabile. non restano tracce. ad altre vite invece, lo stesso vento, riserva la sorte di finire per appiccicarsi ad una giacca, ad un paltò. e quelle vite si mettono lì, in bella mostra, come una coccarda, un foulard o una pochette. ad altre, la stessa tramontana, gioca lo scherzo di soffiarle dentro una tasca o nella fodera attraverso un’asola. destino beffardo che non le fa scomparire del tutto, ma soltanto dimenticarle.
ad Henri Crolla è capitato di finire in un taschino, come una piuma o un foglietto scordato. non proprio perduto, e non certo di essere ritrovato. era nato nel 1920 per emigrare due anni dopo con la famiglia, da Napoli verso Parigi. troppo presto per essere ricordato quale italiano, ma fascismo e povertà, si sa, non giovano a nessuno. e ebbe in sorte il destino di morire francese, a soli 40 anni, ad un passo dalla grande notorietà e poco prima che quella nazione gli tributasse i meriti che gli spettavano. e che poi, dopo, gli spettò!
un migrante insomma, come i molti che oggi spostandosi fanno girare il pianeta e mischiare il sangue, e che renderanno questo posto migliore.
i suoi genitori erano musicisti di strada e per il piccolo Enrico (Rico) non fu difficile cominciare a strimpellare il banjo. con esso si esibiva fuori dai café parigini alla ricerca di qualche spicciolo. la sera però ritornava verso la periferia, nella cintura estrema della capitale, a Porte d’Italie, dove una specie di baraccopoli costituiva il villaggio degli emigranti italiani. ero lo stesso luogo dove approdavano altri migranti, le carovane di gitani. fu in uno di quei giorni degli anni ’30 e da uno di quei carrozzoni, che Crolla udì suonare una chitarra e se ne innamorò. il musicista gitano che la stava suonanando prese in simpatia il fanciullo e gli impartì qualche lezione e buoni consigli: quel chitarrista si chiamava Django Reinhardt!
credo che da qui possa partire la sua biografia che io non continuerò a raccontare perchè qualcuno l’ha già fatto assai meglio. il regista Nino Bizzarri realizzò nel 2005 il film documentario Piccolo Sole Vita e morte di Henri Crolla. io purtroppo non sono ancora riuscito a vederlo e sto cercando disperatamente la maniera di rintracciarlo. infatti, più che di informazione credo che questo post sia un appello: qualcuno può aiutarmi? due brevi spezzoni sono però presenti in rete…
[youtube=http://www.youtube.com/watch?v=gXumxhwNDhQ]
[youtube=http://www.youtube.com/watch?v=-WcqYA-YpOs]
conosco però assai bene la sua musica, quel chitarrismo dolcissimo e oramai francese. si narra che non avesse mai appreso a pieno il linguaggio musicale, un piccolo analfabeta che seppe però trovare un suono denso e leggero, fra manouche e latino. erano i tempi che formarono una musica indimenticabile per l’Europa che si liberava dalla guerra. fra le inevitabili influenze del jazz americano e la nascente chanson francese che avrebbe segnato l’epoca. le collaborazioni di Crolla hanno nomi sinificativi: Prevert, Montand, Grapelli, Moustaki e la stessa Piaf per cui scrisse alcune canzoni. la sua vicenda e le sue biografie parlano di un carisma purissimo che segnava le esistenze di coloro che lo incontravano. ma a soli 40 anni, nel 1960, si spense il suo piccolo sole. a noi restano quei due occhi tristi e uno swing franco/partenopeo indimenticabile: per tutti gli altri aneddoti e per la vicenda umana rimando per ora al wikipedia francese mentre confido di poter vedere presto l’intero film di Bizzarri, o di leggere il libro Les Ballades de Crolla di Norbert Gabriel e Sophie Tournel (che la rete annuncia e nasconde allo stesso tempo).
anche la discografia di Henry Crolla è piuttosto varia e imprecisa. così come la serie di sue collaborazioni cinematografiche, sia in veste di attore che di compositore di colonne sonore. ci viene incontro la serie Jazz in Paris a cura della Gitanes Jazz Production. un catalogo di quasi 100 incisioni ristampate dal catalogo Mercury e Emarcy. a quello attingo affinchè il vento beffardo della memoria non sospinga nell’oblio uno suono e una vicenda che sarebbe sbagliato perdere!
Henry Crolla & co Notre ami Django
Henry Crolla Begin the beguine
te lo dico da qui…
Grazie per Terry Callier, la morbidezza della sua voce mi fa sentire vivo e bene…
ancora grazie
Terry Callier può fare effettivamente quell’effetto. credo di esserne la prova provata…
sono lieto tu abbia gradito!
ancora grazie a te
mi hanno segnalato solo ora questa bella pagina, e vi posso dire che sono di nuovo
al lavoro su Henri Crolla. Sto rimontando il film con materiale in parte diverso,
destinato alla francia, con un diverso titolo. Si chiamerà LE MIRACLE CROLLA.
Se volete vi farò sapere di più al monento dell’edizione.
Un saluto. Nino Bizzarri
benvenuto nel blog, non c’è che dire.
e assai lieto di sapere che Henri Crolla suscita ancora interessi e rielaborazioni.
ti confesso (mi permetto il “tu”) che non sono ancora riuscito a vedere il film seppur io l’abbia cercato assai. anzi, visto che posso parlarti direttamente, potrei chiedere dove posso recuperare quello e dove potrò trovare il prossimo francese.
grazie della visita, buon lavoro e a presto
borguez