è stato al cospetto del pulpito che ho appreso una triste notizia tanto per cominciare l’anno con il consueto carico di ottimismo. la maschera dolce e amara di Markku Peltola è uscita di scena. il “mastroianni” di Kaurismäki si è definitivamente incarnato in celluloide. ma non è dei suoi film che vorrei parlare, non ora e non qui. che tanto tutti li abbiamo visti e penso sia imprescindibile vivere questa “modernità” occidentale senza purificarsi saltuariamente alle terme stralunate del cinema di Aki e Markku.
preferisco lasciare la critica cinematografica a chi è ben più esperto. ma forse non tutti sanno che Markku Peltola da qualche anno aveva messo insieme una banda musicale a suo nome. ben meno sgangherata dei Leningrad Cowboys, con indiscutibili influenze da Penguin Cafè Orchestra e un’orecchio attento alle musiche del mondo o a naturali e inevitabili colonne sonore.
Buster Keatonin Ratsutilalla è del 2004. non parlo finlandese, ma non è difficile comprendere a chi è dedicato o intotolato il disco. qualcuno da tempo le chiama non-coincidenze. musica strumentale, acustica o semi-acustica, sghemba e sgangherata come certe bande da dopolavoro che si ritrovano più per bere e scaldarsi dal freddo del lungo inverno finnico. fiati stracchi e latini, chitarroni da fiesta chicana, tamburi da parata e archi pizzicati. davvero difficile tentare o suggestionare una recensione. ma il consiglio è sincero.
Markku Peltola & Buster Keaton Tarkistaa Idän Ja Lännen è invece di due anni successivi, 2006. questa volta Buster è proprio in copertina agghindato come un Don Chischotte clownesco (a proposito di non-coincidenze). stessa banda, stessa formazione e pressochè similari le musiche. forse un po’ più asciutte, smagrite e ancora più adatte a viaggi solitari fra campagne gerbide e ghiacciate, fra una tundra che si immagina e un freddo indicibile. sto pensando intensamente ad un brano come Juuri Näin che ho trovato a fare da colonna sonora ad uno strambo video suomi! 13 minuti circolari, ipnotici e onirici. perfetti per partire per sempre e non tornare mai più!
What kind of music is it? Music of a world of my own!
Non posso che ricordarne con affetto l’apparizione lunare in un bar di Tampere: tavolinetti attorno a uno spoglio bandstand in assi di legno, e il Nostro che declamava (con una compagnia teatrale dopolavoristica) il Moby Dick di Melville. Inutile dire che Markku era il capitano Achab: improvvisamente un faro punta verso il nulla, e Achab si agita e si sbraccia. Non ho familiarità con le lingue ugro-finniche, ma il macchinone bianco sbucato dal buio immagino fosse, purtroppo o per fortuna, Moby Dick.
Grazie di essere ripassato. Un’occasione in più per conoscere ed approfondire l’operato questi artisti finlandesi… gli ‘Zingari’ di Scandinavia, nell’accezione più fascinosa del termine. So che anche Matti Pellompää (Peltsi, il mio preferito) era musicista… affido alle tue ricerche tentacolari la speranza di trovare qualche incisione!
Hank, “il giorno prima a Tampere, nel retro palco, c’era l’uomo senza passato (Markku Peltola) nudo, che aspettava di fare la sauna (c’é veramente una sauna nel bar di Tampere dove suonavano)” (Jens Lekman)
dogs have no hell
ecco l’aneddoto di Hank che conoscevo in parte e che non ho osato citare attendendo speranzoso la testimonianza oculare.
affidare il ruolo della balena ad un vecchio pulmino bianco è colpo di genio da veri gitani.
e ascoltare un po’ di quella lingua sin troppo dolce mi ha fatto tornare vecchie mire di viaggi finnici.
Diego, hai citato Lekman? esiste una canzone che dice esattamente così?
il tutto farebbe fare al ragazzo il definitivo salto di qualità che già sta compiendo da tempo. e in più annoto il nome di Peltsi nel taccuino.
@mr.crown love is a dog from hell
Markku Peltola & Buster Keaton Tarkistaa Idän Ja Lännen l’ho ascoltato qualche tempo fa a battiti, e ne sono rimasto folgorato.
Scusate, sapreste dirmi come fare per avere gli album sopra recensiti di Markku Peltola?
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