Taraf de Haïdouks
Of Lovers, Gamblers and Parachute Skirts

e così, mentre mi accingo a scrivere del nuovo disco dei miei cari Taraf de Haïdouks, mi accorgo (guardandomi indietro) di aver riempito le pagine di questo blog di storie, musiche e accorate parole che li riguardano. segno di indefessa passione e monomaniacalità: ma mica è necessario guarire!
inizia il 2015 e i Taraf de Haïdouks festeggiano i loro primi 25 anni di carriera (discografica) con un nuovo disco per la belga Crammed Discs (sempre lei, chi altri?), ed è un disco importante perché la banda fa un (necessario) punto della situazione in una storia che vanta secoli di memorie perdute sui sentieri del mondo, decessi inevitabilmente dovuti all’anagrafe, avvicendamenti familiari e passi falsi discografici dovuti a quella maniera picaresca e avventurosa che hanno i rom nel rapportarsi con le logiche commerciali dei gadje.
Taraf de Haïdouks ritornano ai ritmi della loro tradizione in una specie di rivisitazione di questi anni gloriosi, e con i ritmi ritorna il ciclo delle generazioni che avvicenda chi se ne andato con le nuove leve di una storia familiare che scavalla i secoli: così ritornano Tsagoi Neacsu (figlio del grande vecchio Nicolae Neacsu) e Gheorghe Manole (figlio del leggendario Ion Manole) e con loro la storica voce femminile di Viorica Rudareasa (regina della celeberrima hit Dumbala Dumba).

Taraf de Haidouks

Of Lovers, Gamblers and Parachute Skirts (Crammed Discs, 2015) è un turbine di ritmi indiavolati, canzoni appassionate, influenze turche e corde percosse, pizzicate e stirate fino alla consunzione. la rilettura delle radici storiche del gruppo è “filologica”, il patrimonio (incommensurabile) che ha preceduto la rivelazione discografica è salvo: ritornano prepotenti gli accordion (ben due nel disco) ad accorciare il divario con i violini (quattro), e la magia inaudita del cymbalum di Ion“Ionica” Tanase si rinnova ad ogni ascolto. e poi le voci disperate, accorate, sardoniche e strozzate ad incendiare canzoni d’amore e di passione: naturalmente lubrificate a dovere con raki o benzine buone all’uopo.

Of Lovers, Gamblers & Parachute Skirts

non che ce ne fosse bisogno, ma andava pur ribadito il meritato attributo di “best Gypsy band in the world” con il quale – in modo caciarone – se ne vanno in tour: poterli rivedere ancora sarebbe una meraviglia gradita. per ora ci dovremo accontentare di un video ufficiale in cui la loro selvaggia bellezza estetica (qui Viorica Rudareasa è davvero una regina) è “guastata” da due inutili personaggi che inscenano un’altrettanta inutile sceneggiatura. ma si provi ad epurare il video dalla “falsa” bellezza dall’appeal estetico-commerciale ed ecco che la magia riesplode imprendibile e vera.

persevero nella mia passione, chiedo venia: se qualcuno volesse vederne – e saperne – di più consiglio questa intervista, questo concerto e questo splendido documentario.
oppure ci si attenga al disco che è già di per sé una delizia selvaggia e gitana.
buon ascolto

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