e così, dopo tante notti nelle quali i conduttori di battiti hanno insistito e ritrasmesso questo disco a piacimento, non ho resistito, ed ho proceduto all’acquisto. sono cose che càpitano ancora, checché se ne dica. custodisco un personale debole per operazioni come questa, costruzioni di ponti gettati verso il passato per permettere al futuro di procedere oltre.
Andy Moor e Yannis Kyriakides, cointestatari della prestigiosa Unsounds, scoprono di condividere una medesima passione per la musica greca dei primi decenni del secolo scorso: la rebetika (o rembetika). musica sotterranea, carsica e per costrizione dovuta a repressione politica, diasporica. musica pellegrina e migrante così come le vicende e le carriere dei due interpreti: Kyriakides per biografia e Moor per scelta vocazionale.
nel 2006, a Glasgow, decidono di improntare un live set per riprendere alcune di quelle canzoni e trasportarle nell’odierno attraverso la chitarra di Moor e il laptop di Kyriakides. decostruzione, riassemblaggio, sovrincisione, ripetizione, delay, loop e glitch assediano dal futuro prossimo il passato remoto di un musica perduta. brandelli di voci e lacerti di bouzouki tessono le trame di ricezioni sonore che paiono giungere da onde lunghe di vecchie radio valvolari. onde di maree, di vagheggiamenti essicati dal sole e riarsi da salsedine rugginosa: si intuisce dal passato un dondolìo di danze e accenni di lamentazioni che il processing estemporaneo dei due restituiscono dilatato e siliceo.
la prima uscita di questo disco per la Seven Things constava della registrazione di quella performance in formato digitale. l’aggiunta di due tracce e la pubblicazione fisica per la Unsound suggellano l’operazione e le consentono di navigare oltre, ed a ritroso, verso le fonti lontane che la generarono.
questa odissea sonora, che fa sponda fra approdi e derive, a me non resta che restituirla al mare. varare questi suoni affinchè giungano, chiusi dentro la bottiglia, dove le correnti del tempo e dei luoghi li condurranno.
καλο τακσιδι
Andy Moor + Yannis Kyriakides Rebetika
Ottima segnalazione:) Vedo che la calura non diminuisce la voglia di cercare buona musica..
A questo punto ti tocca proseguire con “Folia”(meno intenso per la verità) e l’irrinunciabile doppio “Antichamber”(del solo Kyriakides).Mentre vedo una nuova uscita con Yannis Kyriakides e un certo
Marco Blaauw (ignoro chi sia).
Salutoni
Folia, come ben dici, appare meno succulento alle mie orecchie vecchie/nuove. staziona qualche riga più sotto nella lista dei desideri.
Antichamber invece riluce di un tempo ulteriore, altro, distante. ripetuti ascolti non hanno ancora sgusciato il nocciolo della materia (eterea, sia chiaro), ma mi ci applicherò ulteriormente.
Marco Blaauw neppur io so chi sia, ma di fianco a Kyriakides persino un campanello rotto farebbe ottima impressione.
saluti a te