ci sono ancora dischi che si aspettano!
tacitamente, con pazienza e devozione. e a quel punto il tempo diventa un particolare insignificante: due anni e mezzo sono un’inezia passeggera. tanti ne sono passati da quando scrissi su queste pagine di quel Bird Head Son che invase letteralmente la (mia) primavera del 2009. uno di quei dischi monumentali che mette in pace il costante desiderio insanabile di ascoltare musica, che spiega ed illumina il senso taumaturgico che ha il groove sulle membra di chi guarda al suono afroamericano come si guarda l’orizzonte più prossimo alla pura bellezza.
ed è per questo che ci sono ancora dischi che si aspettano!
Anthony Joseph & The Spasm Band Rubber Orchestras (Heavenly Sweetness, 2011) è la risposta a questa attesa. medesima squadra al suo fianco. medesimo afflato poetico che fa antecedere una raccolta di testi, gli stessi declamati sulle 11 lunghe cantiche che compongono il disco. medesima vocazione da pastore nero sul pulpito della diaspora africana. un lungo viaggio a ritroso in quella involontaria migrazione e addentro a tutte le musiche che tutto questo ha comportato.
The Griot is the sound of universal culture, a vocal music from black Africa!
si da così principio a questo viaggio per chiarire immediatamente discendenze e ispirazioni per giungere alla lunga declamazione etiopica delle Generations che hanno significato e reso fiera questa diaspora. in mezzo il funky, il soul, l’afrobeat e il voodoo più misitco: difficile risalire a ritroso questa fiumana di suoni. ci viene incontro lo stesso Anthony Joseph con il suo dj (spoken) set From the Plantation to the Revolution tenuto presso il prestigioso sito Paris DJs a dipanare una matassa di influenze oramai irrimediabilmente intricate ed inscindibili.
un disco che ingombra questo tempo presente, che trae linfa dal glorioso passato e che affonda le radici dritte nel futuro a venire. a questo punto (dopo tanto attendere) sarebbe pure bello poter vedere il Black Moses dal vivo senza dover per forza raggiungere il Monte Sinai, o affidarsi alla benevolenza del monte capace di spostarsi vista la nostra impossibilità a farlo fin lassù.
comunque sia bentornato, è stata cosa buona attenderti.
Anthony Joseph & The Spasm Band Rubber Orchestras
noto che il vecchio link di Bird Head Son è decaduto…
provvedo immediatamente
Anthony Joseph & The Spasm Band Bird Head Son
Ed io attendevo con te, grazie 🙂
Caro Borguez, approfondisco il mio commento precedente dopo un primo sorprendente ascolto in cuffia: disco di musica afroamericana dell’anno, senza se e senza ma a mio parere.
Che incedere, che porgersi dei pezzi (il lavoro di cesello sui ritmi poi!). Ora non resta che immergersi nel testi.
🙂
il personaggio svetta altissimo su tutta la musica afroamericana di questo tempo: i testi stanno cominciando a disvelarsi ascolto dopo ascolto.
anch’io mi sbilancerei volentieri, anzi lo faccio.
vederlo dal vivo poi sarebbe una delizia…
Gran bella matassa da esplorare!
chiedo venia… ma il link a rubber orchestras non mi pare funzionare…
saluti e complimenti
L.
Anthony Joseph & The Spasm Band Rubber Orchestras: http:/www.filesonic.com/file/1968822291/AnthonyJoseph&TheSpasmBand_RubberOrchestras.rar
La linea di basso, metalli, e la sua voce sono favolosi.
!!! Brutal !!!
o grazie
Grande Anthony Joseph, come al solito…. Grazie Mille
PS : pubblico anche altri blog, come questo per esempio :
condannatialloblio.blogspot.com
sii
non è che lo ascolto, è che lo riascolto!
contagioso direi