questa la storia di una rapida meteora nel cielo stellato e strisciato della black music. una promessa fatta e non mantenuta, un groove in divenire improvvisamente stoppato, un dancefloor vuoto. da così lontano com’è oggi pare quasi che questa faccenda assuma i contorni di una mesta leggenda, ma prima di tutto è vietato privarsi del volto di Baby Huey così com’è fotografato sulla copertina del suo primo ed ultimo album…
James “Baby Huey” Ramey nasce a Richmond (Indiana) nel 1944. una “simpatica” disfunzione ghiandolare lo fa aumentare di peso a dismisura sin dall’infanzia. il suo soprannome affibiatogli da un cartone americano dei ’50. verso la fine del ’63 arriva a Chicago. primi gruppi da high school e una voce che non pare canonicamente bella, ma, ironia della sorte, una presenza scenica da lasciare senza fiato. qualcuno, schernendolo, lo paragona al nuovo James Brown.
nel 1964 nascono i Babysitters. Baby Huey & The Babysitters, covers principalmente, fra Motown e Beatles e una miscela incendiaria di prodromi funk e una voce che prende forma. gavetta, tanta. seven days a week. qualche singolo e il posto giusto al momento giusto. quando esplode Sly e la sua famiglia, quando la black music incontra la psichedelia, quando si sciolgono i Temptations e George Clinton ancora ci sta solo pensando. quando dal look da high school si passa alla sbandata “afro”, ai viaggi (di ogni genere) e alla libertà sessuale!
nel 1968 la band è a New York in tour, una sezione fiati si aggiunge ad infittire e incendiare il discorso, Miles Davis è fra il pubblico a controllare (in a silent way), le radio cominciano a fare il loro sporco lavoro e le fans cominciano a vedere il frontman con altri occhi maliziosi. Marv Heiman (un giovane manager di Chicago) fa arrivare a Curtis Mayfield il soul di Baby Huey. è l’incontro necessario!
fra la fine del ’69 e i primi mesi del ’70 la band comincia a registrare (quando possibile) sotto la supervisione di Curtis Mayfield che li mette sotto contratto per la sua etichetta Curtom. il materiale comincia a prendere forma, alcune laute e gradite donazioni del produttore (Mighty Mighty, Running e Hard Times, il singolo), qualche cover e una versione di A Change is Going To Come (da far impallidire lo stesso Sam Cooke, se solo l’avesse sentita)! Huey di suo pugno scrive Mama Get Yourself Togheter e One Dragon Two Dragon…groove irresistibile, shakin’ your ass!
settembre 1970, muore Jimi Hendrix, Baby è sconvolto dalla morte dell’amico e si ripromette di prendere ferme posizioni pubbliche sull’argomento. detto fatto! il 28 ottobre il suo corpo enorme privo di vita viene trovato in una stanza del Roberts Motel, nella parte sud di Chicago. non verrà mai effettuata l’autopsia, ma pare che alcune disfunzioni cardiache curate con l’eroina non abbiano gradito la terapia!
Curtis insieme con il resto della band decide di pubblicare comunque l’album nel 1971. incompleto, accorciato e assemblato con materiale incompiuto e malgrado questo di una forza straordinaria. alcuni strumentali orfani della voce di Huey e la prova tangibile di cosa fosse questa macchina funk in azione…ascoltare per credere Mighty Mighty in versione live!
la rete sta diventando prodiga e generosa e io sono lieto di suggerire silenziosamente di concedersi un paio di click sul link qui sotto…non sarà difficile comprendere!
Baby Huey The Baby Huey Story (Curtom, 1971)
“I’m Big Baby Huey, and I’m 400 pounds of soul. I’m like fried chicken, girls, I’m finger-lickin’ good!”