l’autunno è giunto ben oltre la soglia dell’uscio ben prima che io me ne avvedessi e solo ora mi accorgo di non essermi munito dei dischi idonei per accoglierlo. intendo quelli freschi che sanno di funghi e foglie cadute, quei dischi che risuonano al tepore dei caloriferi, casalinghi e zuppi di lana e bevande fumanti come la penombra del mezzo pomeriggio.
da giorni ascolto questa coppia di musicisti senza essermi dato la premura di annotarlo qui: mea (autunnale) culpa. Benoît Delbecq e François Houle si guardano e ammiccano dietro i loro rispettivi strumenti: pianoforte e clarinetto; un duetto da camera (autunnale) pressoché classico. Because She Hoped è il loro nuovo disco in uscita per la canadese Songlines, terzo episodio dopo i precedenti Nancali (1997) e Dice Thrown (2002).
due curiosi, saggi e spregiudicati improvvisatori nell’esercizio delle loro funzioni. funzioni tiepide ed intime che ben si addicono al panorama di questo novembre: tenui e fascinose meditazioni su un tema di Duke Ellington (The Mistery Songs) e africani depistaggi per un brano di Steve Lacy (Clichés) sono le due colonne d’Ercole oltre le quali si spingono i due giovani musicisti per veleggiare nel mare delle loro composizioni che comprendono anche il riascolto di Nancali in versione live ed una duplice versione di un omaggio al grande (e aggiungerei dimenticato) Pee Wee Russell (Pour Pee Wee in studio e dal vivo).
jazz da camera si diceva, a cui però giungono effluvi e correnti lontane grazie alle preparazioni a cui Benoît Delbecq sottopone il suo pianoforte: non so di preciso quali siano le diavolerie ficcate fra corde e martelletti ma la sensazione di trovarsi ad occhi chiusi di fronte ad una kora o ad un’arpa africana è assai forte (Ando). François Houle, da par suo, ci soffia dentro quel tanto di classicità e maestria da far tornare alla mente il caro Jimmy Giuffre (sono un fan, mi si perdoni) e tanto basta per far splendere questo disco nel bel mezzo di questo autunno. improvvisazione, mistero e bellezza fanno il resto.
buon ascolto.
Benoît Delbecq & François Houle Because She Hoped
Ciao Borguez, come stai? Da qualche giorno stò macinando il disco di Benoît Delbecq e François Houle che mi sembra un lavoro mostruosamente bello, sicuramente uno dei più riusciti tra quelli ascoltati quest’anno nell’ambito dei suoni che viaggiano in bilico tra jazz e avanguardie ”classiche”.
Altro lavoro molto buono in questo senso (anche se dissimile dal punto di vista strumentale) è ”Inner Landscape” del cellista Daniel Levin, uscito su Clean Feed
al pari dell’altro (”Organic Modernism”) in quartetto, che hai opportunamente inserito tra le meraviglie di uabab (e per questo non finirò/finiremo mai di ringraziarti), e che non ho ancora avuto modo di ascoltare. A proposito dell’etichetta portoghese, non sò se hai avuto modo di sentire il godibilissimo ”The Other Parade” di/dei BassDrumBone. In caso contrario faresti bene a farmelo sapere (e te lo ”materializzerei” appena posso con grande piacere) perchè si tratta di un’altro gioiellino, anche se in questo caso la matrice della tradizione afroamericana risulta decisamente più accentuata.
Un abbraccio Borg, e a presto.
Ciao a te caro TrickyPau,
lieto di ritrovarti qui, il tuo ondivagare sulla rete mi ha fatto più volte temere di non ritrovare più un fedele e sodale compagno di ascolti.
sono assai lieto che tu abbia gradito queste musiche da inverno cameristico: la Clean Feed continua a regalare meraviglie. poco più di un anno fa ero a Lisbona e sono finito nel negozio/ufficio dell’etichetta: un tempio segreto e splendido per gli adepti di un suono e di un’idea di fare musica. feci acquisti sconsiderati e qualche volta mi s materializza in sogno la moquette del negozio ed i miei passi morbidi che avanzano fra gli scaffali pieni di cd e vinili. un tempio da adorare.
ti confesso che non posseggo BassDrumBone pur essendo iscritto nella mia lista interminabile dei desiderata. quindi se vorrai e potrai sai dove trovarmi.
io saccheggio silenzioso le tue compilazioni perché le trovo coerenti, compiute e sapienti, oltre che assai belle. non smettere. così come mi piacerebbe ritrovarti nella scrittura e poterti leggere. saprò attendere.
un abbraccio a te, a presto