quando la situazione si tinge di marrone e la logica e il raziocinio cadono in disgrazia, quando la realtà supera per l’ennesima volta l’immaginazione e vedo andare in malora la dignità di uomini e genti, mi rifugio a riflettere e a salmodiare le mie care preghiere laiche. me le ha insegnate il più anziano dei miei padri spirituali e per bocca sua si sono diffuse e hanno fatto proseliti, e ancora qualcuno le canta. mi danno conforto e ristoro, mi inducono al riso e ad alzare calici, a mugugnar bestemmie o ad intonare il più sbeffeggiante dei Me ne fregio! rubando a Ettore Petrolini la più gande battuta politica che io ricordi!
e dunque ritorno a George Brassens e alle sue canzoni che non smettono di rammentarmi da dove vengo e chi sono, a volte persino cosa penso e timidamente quale sia la direzione. un canzoniere pressochè perfetto, immutabile e non scalfito dal tempo che passa, ancora capace di raccontare e spiegare, sbeffeggiare e irridere il potere ed i suoi servi scemi.
ma il malessere di cui parlo alberga in questa nazione disfatta e vinta, fra questo popolo italiota che ha perso la guerra con il buon senso e che non sa che forse il peggio addavenì! la disgrazia abita qui e parla una lingua che poco familiarizza con il francese d’oltralpe. a questo popolo rimbecillito le parole di Brassens suonerebbero vuote e incomprensibili!
è per questo che, all’uopo, corro a riprendere due vecchi dischi che hanno provato a tradurre nella nostra lingua le parole di Brassens. Beppe Chierici ha il merito di questa operazione. è lui che le ha tradotte e cantate oramai 40 anni fa. e lui che con il benestare e l’amicizia del maestro le ha fatte risuonare nel bel dialetto fiorentino che è poi la nostra lingua oggi oramai maltrattata e vilipesa! dischi che sfrigolano sotto la puntina che fu, mai più ristampati (per quanto ne so) e patrimonio prezioso e curioso di quei pochi che li posseggono!
Chierici canta Brassens (Belldisc/Off, 1969) è il primo dei due. 12 canzoni tradotte e pubblicate sotto la cura di Roberto Dané (direi un nome familiare)! intatta la carica eversiva dei testi originali e carica di pathos l’interpretazione di Chierici. più di una risata accompagna parolacce che in quel lontano 1969 dovettero sembrare vere e proprie blasfemie e che invece oggi, per un decoro borghese e fasullo, nessuno osa più proferire neppure nei confronti di chi le meriterebbe per certo.
è invece del 1976 il successivo disco: Beppe come Brassens Storie di gente per male (I Dischi dello Zodiaco), medesima l’idea e l’intento e diversa solamente la scelta delle canzoni, ovviamente. altre 13 preghiere laiche, inni all’amore o all’amicizia, vicende buffe e popolari che non tarderanno a riconoscere gli estimatori di Brassens. le riascolto incuriosito dell’efficacia e della puntualità che trasportano con loro a quasi 60 anni dalla loro prima stesura. è bastante trasfigurare e traslare personaggi e vicende ai tempi odierni e, come per incanto, saranno riconoscibili debolezze e guitti d’oggi, passioni e verità mai spente o ideali che nessun imbecille potrà mai seppellire in attesa che la grande mietitrice seppellisca lui!
ed io che ho un’età che è passaggio, parafrasando la traduzione, mi trastullo ancora con proclami celebri come quelli di Le temps ne fait rien à l’affaire. le parole di Chierici non danno adito a dubbi e non sarà neppure difficile immaginare a chi si potrebbe rivolgere oggi il concetto lapalissiano… Chi è stronzo resta così!
fa piacere sapere che Beppe Chierici non ha cambiato le proprie idee e prospettive. è uscito da poco un nuovo album Suppliche e Lamentazioni e sono ancora le canzoni di Brassens a farla da padrone (chi fosse interessato trova indicazioni sul sito o su facebook). è quello che ci si auspica da chi ha conosciuto e compreso la lezione del grande Brassens. sarebbe balordo il contrario. ma di questi tempi, come si diceva, ci si può attendere di tutto, persino il peggio, ed è per questo che come balsamo, o lenitivo, a questi tempi infausti, consiglio l’ascolto di questi dischi e delle parole che portano in grembo.
Beppe Chierici Chierici canta Brassens (1969)
Beppe Chierici Beppe come Brassens: Storie di gente per male (1976)
…(Cazzo!!) borguez che bel disco!
Sapevo della sua esistenza, ma non ero sulle sue traccie…ed Eccoti!!
…Puntuale (come una goccia cinese!!) a solleticare fantasie, ricordi e curiosità.
Ed avete ragione da vendere…Te, Chierici, Brassens et Monsieur La Palisse: Chi è stronzo resta così!
…Nonostante il tempo, nonostante tutto, e nonostante Corti di Cassazione senza “Lodi” e senza infamie…così come dovrebbero essere!!
Grazie per il disco borguez…un saluto.
Pingback: Georges Brassens 1921-1981 (2011) | borguez
Caro Borguez, purtroppo soltanto adesso a distanza di anni e per caso ( sono un autentico troglodita in informatica) scopro che cosa hai scritto di bello sul mio modestissimo lavoro su Brassens. Sono estremamente lusingato e felice e ti ringrazio di tutto cuore per il tuo generoso riconoscimento che manterrò preziosamente e mi ricompensa del mio amore e devozione per il nostro adorato “Tonton Georges”. Sono sorpreso nello scoprire che parli anche dell’ultimo cd ” Suppliche e Celebrazioni” e vorrei chiederti (poiché non so farlo) di metterlo on line poiché tutti gli amici di Brassens possano approfittarne. Vorrei anche mettere on line i due cd tratti dai miei precedenti long-play 33 giri poichè le 300 copie fatte per essere regalate ai coloro che avevano consumato i vecchi vinile sono ormai sorprendentemente esaurite.
Ne rimangono un paio di copie che vorrei tanto offrirti in riconoscenza di quanto hai scritto su di me: beninteso se riterrai opportuno di farmi avere il tuo indirizzo postale completo di c.a.p.). Sto preparando un volumetto con una settantina traduzioni , corredate di musiche, numerose illustrazioni (disegni, collages, ecc.) e di un “ultimo” cd con una ventina di canzoni di colui che considero il “Maestro” di tutti i cantautori.
Appena pronto, una copia sarà per lo sconosciuto e pertanto caro BORGUEZ.
Con tutta la mia stima e gratitudine ti saluto caramente e ti auguro un felice natale e tante buone feste di fine e inizio di anno.
Tuo Beppe Chierici
Io personalmente grazie a Beppe Chierici ho meglio conosciuto il grande maestro, le
canzoni da lui tradotte ed incise sono state di gran lunga più numerose di quelle di De Andrè. A distanza di oltra quaranta anni mi piace cantarle ancora nonostante altre traduzioni delle stesse canzoni.