in qualche modo e per qualche maniera a Caetano Veloso dovevo giungere. era inevitabile. inutile tergiversare e rimandare ulteriormente. la materia è immensa e la carriera quarantennale, ma un qualche approccio è seppur possibile e affrontare ciò che si ama è terapeutico.
cominciamo da qui…
Veloso incise questo disco nel giugno del 1969 a Salvador (Bahia), pochi giorni prima del celebre concerto Barra 69 insieme a Gilberto Gil. le canzoni erano nate fra marzo e aprile dello stesso anno. Caetano le aveva registrate per chitarra e voce rinchiuso nella sua casa in una specie di confino inflittogli dal regime militare a partire dal mese di febbraio. il disco verrà immesso sul mercato solamente ad agosto, ma già da un paio di mesi era comiciato l’esilio forzato a Londra.
le vicende che legarono in quel tempo Caetano e Gilberto Gil sono compiutamente descritte nella splendida autobiografia Verdade Tropical così come lo strano managment che si palesava dietro l’organizzazione di quel concerto al Teatro Castro Alves. il regime lo aveva concesso per poter raccogliere i fondi per acquistare 4 voli aerei per i due artisti e le loro compagne. a Londra cambiò non poco la vicenda personale dei due musicisti, e mentre Gil lentamente cominciò ad entrare in contatto con la scena musicale locale, per Caetano una massiccia dose di saudade costituì per lungo tempo il pane quotidiano. in quei giorni nei negozi inglesi campeggiava un disco dalla copertina tutta bianca, negli stessi giorni intorno all’equatore latino la firma di Veloso appariva sopra qualcosa di non del tutto dissimile. ed è curioso pensare a questo disco dunque come una svolta possibile che non si concretizzò per questioni di forza maggiore. ancora immersi nel Tropicalismo eppure già in fuga verso qualcosa d’altro, dentro una ricerca profonda delle radici musicali brasiliane e proiettato verso la poesia concreta e all’internazionalizzazione della canzone popolare.
Rogério Duprat agli arrangiamenti e alla direzione musicale, la genialità che prende forma e si incatena fra la tradizione e la visionarietà, il fido Gil alla chitarra classica (violão) e Lanny a quella elettrica indimenticabile. 12 brani fra composizioni originali e riletture, fra cover e sperimentazioni concrete. il talento di Caetano nell’esplosione della sua giovane creatività, con una voce ancora incerta e virata al ruvido prima che prenda definitivamente il volo e divenga angelica.
Irene è la più bella eredità del tropicalismo e una marcetta che sbanda fra psichedelia e samba. The Empty Boat è la capostipite delle grandi ballate intimiste di Caetano con l’arrangiamento di un puro genio. Marinheiro Sò è un tradizionale bahiano lavato nei panni della summer of love californiana. Lost in Paradise è la lezione melodica di Joao Gilberto, i Beatles lennoniani e la grazia di un innamorato della canzone. Atràs Do Trio Elètrico è il power trio nell’accezione carioca, il motore del carnevale e il luccichio delle paillettes. Os Argonautas è la riverenza e la deferenza verso la lingua madre, un fado, un omaggio a Pessoa, e parole che non mi hanno ancora abbandonato (Navegar é preciso/Viver não é preciso). Carolina è giù… più sotto! Cambalanche è un tango surreale e irriverente di E.S. Discépolo che Caetano fa risplendere come un novello Goyeneche. Não identificado risuona nella mia mente e le fa fare un viaggio transoceanico fino ad esplicare l’idea di esotico. Chuvas de verão è la bossa dolcissima di Fernando Lobo e la struggente interpretazione di Caetano… podemos ser amigos simplesmente, coisas do amor nunca mais! Acrilìrico rende omaggio all’amore condiviso con Duprat per la poesia concreta (collaborazione. controcanto. alka-seltzer. crash. orchestra. Santo Amaro… number 9! number 9! number 9!) Alfômega è Gilberto Gil al potere e Veloso sul trono dietro al microfono, tropicalismo puro, delirio della danza… Somatopicopneumàtico!
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Carolina dell’amico Chico Buarque eseguita nel 1998. la versione del 1969 è, se è possibile, ancora più bella. l’ho sempre pensata come una canzone d’amore per mia figlia che ha già un nome ancor prima di esistere…
..lo so che non avei dovuto dirtelo in questo modo!
..che sono cose che vanno affrontate diversamente, ma..
tua figlia è già in arrivo!
divertente… mi ricorda un film che amo: Broken Flowers!
non farò altre confessioni intime sul blog, mi sento un po’ troppo esposto!
ho colto il fiore perchè nonostante ammiri caetano non ho enfasi da esternare.
l’approccio al brasile musicale non si è mai spinto molto lontano….perchè?
non lo so, nonostante i concerti di veloso visti fossero veramente belli!
come pensare ad un amore per una figlia che non si ha e immaginarlo bello come una canzone
..che groviglio!
…che groviglio, già!
credo che l’approccio al brasile musicale richieda tempo (molto) e pazienza (tanta), ma tutto quello che ho speso io non lo ritengo sciupato, anzi. se hai visto Veloso dal vivo hai toccato da vicino la grazia e se si vuole perdere un po’ di tempo in più consiglio davvero la lettura della sua autobiografia. densa e esplicativa di una carriera esemplare.
per il resto sono propenso a lasciare ad ognuno le proprie inclinazioni musicali, ma mi rendo disponibile per suggerimenti…
e poi come pensare ad un amore per una figlia che non si ha e immaginarlo bello come una canzone?… non so! ma ho provato ad immaginare l’inimmaginabile, a pensare che per una volta la mia amata musica si facesse di carne, ma la mia era prima di tutto una passione per quel nome (Carolina)… pensavo ad una ninna nanna, qualcosa da sussurrare fra le labbra, niente di più!
…in ogni caso è un bel groviglio!
Ma… borguez…santi numi, e dobbiamo venirlo a sapere dal tuo blog? Congratulazioni, Carolina è un bellissimo nome! 😉
Trovo che la musica brasiliana possa essere una perfetta compagna di momenti di relax. Purtroppo io non amo la lingua portoghese/brasiliana, proprio per i sui suoni, per cui non riesco a dilungarmi negli ascolti, ma una Carolina ogni tanto la si ascolta volentieri!
e va bene, un moto intimo, una confessione e un’immagine improbabile e futura ed ecco che sono subito simpaticamente preso in giro…e un po’ mi sta bene!
Carolina resta un nome bellissimo, la mia paternità attualmente assai dubbia… ma non poniamo limiti all’intraprendenza!
la lingua portoghese mi appare dolce e suadente, ma la si può anche non amare!
Caetano Veloso invece non si discute!
…e se fosse maschio?
la figlia segreta di borguez ha 17 anni!
ho le prove!
noi ci vediamo quotidianamente di mattina
quando lui scorrazza per la campagna ravennate
casco intesta e posta in mano!
la tiene segregata e non la porta alla spiaggia
perchè come tutti i babbi che doppiano
abbondantemente l’età della
figlia è geloso dei ragazzetti che le ronzano attorno
come sciami d’api!
firma anche tu!
libera Carolina
ho le prove!
…ma quanta sicumera!
però io firmerei…
compatibilità di acido desossiribonucleico?
ciao papà!
lasciate stare il mio babbo
tanto non ci vengo alla spiaggia!
cretini.
a questo punto speriamo che non sia una bufala… intendo la faccenda!
rimanendo sul campo bovino mi torna alla mente un’icona della mia infanzia che a questo punto potrebbe non essere del tutto estranea ai fatti!
La Mucca Carolina!
qualcuno la ricorderà… ne ero innamorato. c’era la versione adesiva, quella a figurina di spugna imbottita e l’inarrivabile mucca gonfiabile (sic!). si raccoglievano i punti Invernizzi che si trovavano nei formaggini e si adorava Susanna tuttapanna che ne era il testimonial.
ma sono altri discorsi…
l’anonimato sul mio blog sarà tutelato almeno fino a quando l’anonimo di turno mi farà sorridere come quelli qui sopra, del resto mi vanto di avere lettori più acuti dello scrivente…
mi sarebbe piaciuto parlare di Caetano Veloso, ma altre vicende hanno preso il sopravvento!
Carolina…un’altro segnale della tua esistenza, perfavore!
se vogliamo andar per luoghi comuni, l’occasione rende l’uomo ladro
e io non ho proprio resistito a questa occasione,
chiedo venia per aver fatto prendere all’argomento di questo post una brutta piega
anche perchè so dell’amore che ti lega alla musica brasiliana e in particolar modo
a caetano.
trelkovsky.
ma non esigevo una confessione…anzi!
il gioco stava incominciando ad interessarmi e l’idea di una paternità ipotetica si faceva interessante! il pensiero di essere padre, anche solo in potenza (staccato si badi bene), mi sgravava di una serie di responsabilità e mi allietava i ragionamenti…
vabbè… continueremo a parlare di musica!
saluti a trelkovsky!
Penso tocchi a me riportare un po’ di chiarezza in tutto questo: Carolina ha molti padri, un attento esame del DNA porterebbe alla scoperta di geni impensabili….. Io stesso ne rivendico almeno un millimetro quadrato di pelle, se non altro per tutte le volte che mi sono cimentato con risultati ovviamente orridi, alla sua esecuzione chitarra e voce. Mi spiace molto per Borguez, ma in fondo so che la gelosia è sentimento che in noi non trova terreno fertile. La madre invece come la natura insegna è sempre una soltanto, e la sua per tutela della privacy, la tirerò in causa sfruttandone l’acronimo: MPB.
Per quanto riguarda Caetano e Chico vorrei avere un giorno la fortuna di incontrarli insieme, uno fianco all’altro, a passeggio sulla spiaggia di Itapuã con Carolina per mano, incuranti del ronzio dei ragazzotti intorno alla loro creatura.
Mi fermo sfruttando una mezza citazione: se il Brasile fosse progredito nel tempo quanto la sua musica, oggi ai McDonald’s mangeremmo tutti feijoada.
Beleza!
bè allora,
….papà mi compri la macchina?
Prima ti fai le ossa sulla Fiat Duna del papà, poi vedremo……….
ma…io ti compro un transatlantico! (op.cit.)
sapevo che déserteur sarebbe intervenuto in mia difesa, se non altro per l’amore che ci lega per la madre di Carolina! quell’incontro tanto auspicato e desiderato ti auguro possa avvenire…Chico e Cetano assieme ancora una volta!
per intanto tu avresti molto da raccontare in proposito del De Hollanda nazionale… potresti finalmente farlo come eravamo d’accordo?
Beleza pura!
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