Dave Cloud & The Gospel Of Power
Practice In The Milky Way

sempre a proposito di dischi che si attendono; io e qualche sparuto manipolo di malsani piccoli fan attendevamo all’uscita posteriore il nostro poco salubre eroe reduce dall’ennesimo vaudeville show in quel del Springwater di Nashville. così giusto per una pacca sulla spalla, un bicchiere della staffa o uno scambio di insulti benevolo.
ma, sorpresa delle sorprese, ci vediamo comparire un Jack Torrance ripulito e rivestito a lucido che si affaccia dalla copertina del suo nuovo disco: Practice In The Milky Way (Fire, 2011). attenzione alle apparenze però: si può perdere un mucchio di pelo ma incrementare a dismisura il (già esoso) tasso di vizio.

sì perché Dave Cloud (classe 1956) può apparire come un buffo anacronismo del nostro tempo, uno che giunge tardi a festa finita con la fotta di voler disfare ogni cosa, ma la sua anagrafe racconta ben altro. chi è cresciuto nel r’n’r malsano dei fine ’70 non può essere accusato di bluffare se alza gli amplificatori a palla e continua a pestare e sudare malgrado la panza e la lascivia di un tardone. Dave Cloud è autenticamente malsano, volgare, insinuante e intralazzante come certi marpioni delle tarde ore dei bar: sputa punk e surf rock come un ragazzino ma con molta più insolenza di quanto non farebbero i suoi nipoti. e poi si abbandona a confidenziali illuminati dalle luci al neon dei lounge bar appiccicosi ed olezzanti alcool: canzoncine spastiche con la voce dell’orco, inni garage rock come se non fossimo mai usciti dai ’60, moderne cowboy’s song di camionisti in abbandono sulle rotte nazionali di una America sconosciuta, ossessioni da high school party e devianti e viziose ballate rock come se i Velvet Underground dovessero ancora arrivare!
parlando di Dave Cloud l’anno passato continuavo (e continuo) a sostenere che il r’n’r è morto proprio perché ci sono eccezioni come Cloud che ne confermano la regola. non so davvero a cosa sia utile la musica di Dave Cloud e dei suoi prestigiosi The Gospel Of Power nell’anno 2011, non so davvero dove mettere le 20 canzoni sghembe e stralunate che compongono questo Practice In The Milky Way: ciò che so è che ascoltandolo mi si allarga in volto un sorriso ebete che assomiglia a quello che potrebbero fare Frank Zappa o Captain Beefheart se stessero ascoltando: e in qualche modo sono certo che lo stiano facendo.

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4 risposte a Dave Cloud & The Gospel Of Power
Practice In The Milky Way

  1. s.c. scrive:

    Thank You a lot, Dear Sir. Au revoir.

    P.S.
    Ho come l’impressione che con la Sua amabile favella sarebbe capace d’indurmi all’ascolto anche d’una raccolta di Yodel dall’Alto-tirolo.

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