mi è toccato parafrase uno di quei meravigliosi titoli con i quali Miguel De Cervantes introduceva i capitoli del suo Don Chischiotte della Mancia per sdrammatizzare un poco e magari usare la grandezza della sua prosa come paravento alla piccola e volgare materia di cui mi appresto a trattare.
argomento goliardico ma pur sempre musicale. anche Rabelais avrebbe fatto all’uopo!
vado dunque a principiare….
non so quanti conoscano Screamin’ Jay Hawkins e un poco della sua carriera bizzarra e irriverente. personaggio sopra le righe e controverso, bluesman finissimo e geniale non fosse altro che per una sola perla bastante ad impreziosire una carriera tutta. I Put a Spell on You è una di quelle canzoni che chiunque avrebbe voluto scrivere, e anche se il suo autore la strapazzava e la nascondeva dietro atteggiamenti e travestimenti al limite del paradossale, resta immensa e perdurante a fondare la storia del rock e del blues tutto. ma il nostro è, ahimè, celebre anche per l’altrettanto nota Constipation Blues dove si tenta di affiancare alle tante sofferenze umane anche quelle private e inenarrabili che lascio introdurre dall’autore stesso…
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probabilmente Serge Gainsbourg è assai più noto ai più ma altrettanto scomodo e irriverente quanto il musicista americano di cui sopra. celeberrime le sue canzoni tanto quanto le provocazioni in esse contenute, da Je T’Aime… a Lemon Incest dove vagheggiava di relazioni proibite con la giovanissima (e stonatissima!!!) figlia Charlotte! ora, di certo il nostro cugino d’oltralpe trattando di trasgressioni e provocazioni non si fece scappare l’argomento assai censito e innominabile. ma non si limitò alla sua arte applicata al pentagramma, ma scrisse un vero e proprio libro (primo ed unico) sulla materia. il titolo originale era Evguénie Sokolov da noi tradotto in Gasogramma Autobiografia Iperastratta. era il 1980. il buon Gainsbourg rigettava e battezzava il decennio immondo che andava a cominciare con la sua satira feroce e il suo sarcasmo contro tutto e tutti. libretto agile da leggersi tutto d’un fiato (oops!), autobiografia traslata dove si racconta di un’artista (Sokolov) che trasforma un’imbarazzante problema fisiologico nell’ispirazione e concepimento della sua stessa arte. non mi dilungo per non togliere il piacere della lettura a chi vorrà.
annoto però semplicemente che un anno più tardi fece la sua comparsa nel disco Mauvaises Nouvelles des Etoiles un brano con lo stesso titolo del suo romanzo. diciamo subito che quel brano non ha cambiato e non cambiarà la storia della musica, ma l’integerrima coerenza con il suo alter ego cartaceo gliela si dovrà pur attribuire. rimando a questo video, anche se è alla parte sonora che vorrei si ponesse attenzione.
i due discorsi si assomigliano assai e per molto tempo sono restati in due compartimenti stagni della mia memoria e lì sarebbero restati ancora per lungo se non fosse che una scoperta ha improvvisamente riportato il tutto ad una strana ribalta. i due si incontrarono in una esibizione assurda e quantomeno balorda. e parvero pure divertirsi parecchio. questa jam immortalata in questo video chiude il cerchio sul discorso immondo e nauseabondo e strappa un sorriso assieme al mio autocompiacimento di essere arrivato all’esplicazione dell’assunto iniziale senza citare fatti, nomi e gesti che non sarebbe elegante menzionare…
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Screamin’ Jay Hawkins & Serge Gainsbourg Constipation Blues
ottimo articolo. sono un estimatore di Hawkins e ho cominciato a leggere non senza un pizzico di diffidenza, il parallelo con Gainsburg mi pareva quantomeno azzardato…. però dopo qualche riga mi sono ampiamente ricreduto! non sapevo che le loro strade si fossero incrociate, tra l’altro.
bello che qualcuno si ricordi di lui. era giusto un 12 febbraio quando della sua eterna costipazione non ci rimase che qualche blues. ciao!
ringrazio Massimo.
felice di aver aggiunto una notizia che a qualcuno mancava.
stavo guardando il tuo blog e non rammento più in quale occasione già ci capitai. questo girovagare in rete confonde e un poco rincoglionisce, ma ascoltando la tua radio mi rendo conto che le distanze in fondo si colmano in pochi attimi.
a presto…
oh, è piccolo il web per gli appassionati di buona musica! ci si trova e, per quanto ci si possa rincoglionire, alla fine ci si ritrova. quanto alla radio… ma quanto bella è l’idea di poter ascoltare quello che ti pare quando ti pare? senza dover obbligatoriamente sottostare ai capricci del deejay di turno? trovo last.fm semplicemente geniale!
ciao Borguez!