Dr. Yen Lo
Days With Dr. Yen Lo

cosa c’entra l’hip hop con gli scacchi? e con un mestiere da pompiere? cosa ha a che fare la sopraggiunta maturità della mezz’età con le urgenze del beat, dei sample o del flow? tutte domande che forse non hanno risposte certe ma intorno alle quali si attorciglieranno le righe qui di seguito. righe sparse e forse imprecise in cui non tenterò di esibire una conoscenza dignitosa della scena hip hop e delle sue innumerevoli manifestazioni: l’anagrafe però è dalla mia parte, ho assistito alla diffusione planetaria del genere e sono riuscito ad amare alcune manifestazioni straordinarie nel bel mentre si affacciavano al mondo (De La Soul e Digable Planets su tutti). da quelle fortunose fascinazioni mi resta l’abitudine recidiva di restare attento, pur restando in disparte, di spiare dalla serratura e ascoltare, con la mano a coppa appoggiata al muro, il brusìo ritmoso che emettono le generazioni nate dopo di me e cresciute con l’hip hop nel sangue.

KA

capita così di imbattersi nel nome di KA di cui avevo apprezzato parecchio il suo The Night’s Gambit (Iron Works, 2013) con quella copertina alla Ellery Queen di cui non potevo non amare l’associazione con il gambetto dell’amato gioco degli scacchi. KA che il secolo vuole Kaseem Ryan, fiero figlio di Brownsville (Brooklyn, NY) è un rapper anomalo, adulto (classe 1972) e soprattutto lontano dai riflettori più pacchiani della scena. ha un mestiere di pompiere (davvero) e la sua passione per la musica è nutrita e curata nello spazio libero e amatoriale di una vita che ha visto succedere parecchie cose (non tutte belle) e fuoriuscire da molti vicoli bui (un’intervista eloquente).
e così con quel nome annotato sul taccuino mentale rischiavo quasi di lasciarmi sfuggire il nuovo progetto di KA per il vezzo e la maniera di ribattezzare progetti, coniare acronimi e partorire sigle che è implicito nel mondo hip hop: per fortuna Wire e Pitchfork (che qualcuna l’azzecca) mi hanno tirato per la giacca per avvertirmi che dietro al progetto Dr. Yen Lo si nascondeva in effetti il rapper newyorkese.

front

Days With Dr. Yen Lo (Pavlov Institute, 2015) vede KA assieme al producer Preservation (qualcuno forse ricorda The REcstatic con Mos Def) riprendere l’identità di un fantomatico illusionista strizzacervelli cinese e pavloviano immaginato da Richard Condon nel suo romanzo The Manchurian Candidate (1959) poi portato al cinema con lo stesso titolo da John Frankenheimer nel 1962. The Manchurian Candidate (Va’ e uccidi in italiese) raccontava di un noir psicologico imbevuto di guerra fredda in cui il doppio, l’ipnosi, il nemico e la paura inzuppavano una trama scura in cui un Frank Sinatra, che l’eternità non ricorderà certo per le sue qualità drammaturgiche, apre la sua mente all’onirico (sic!) e svela le profondità recondite della psiche umana.

dal film Ka e Preservation hanno mutuato l’atmosfera notturna, il bianco e nero e parecchi inserti audio che punteggiano l’intero lavoro: la figura del Dr. Yen Lo è il grimaldello per entrare nella propria coscienza e scavare alla ricerca dei passi falsi, delle ferite, delle confessioni e degli atti mancati come in una seduta ipnotica in cui affiorano cicatrici irrisolte del proprio passato.

i titoli dei brani del disco portano i numeri di giornate non consequenziali in cui le annotazioni di un diario personale rappresentano i testi declamati in modo indolente e fiero; un flow maturo che non cerca la piroetta circense ma piuttosto scandisce e doppia concetti indispensabili per questa rivelazione personale che va ben oltre la mimesi con l’illusionista cinese.

il suono è oscuro e pulsante sebbene privo di un beat esplicito: il flusso si nutre di una percussività sotterranea innervata di archi, crepitìi di vinile e tanta soulfullness setosa e sensuale. Day 13 ha un coretto e voci femminili sulla coda del brano che rendono un tributo inequivocabile alla montagna sacra della musica nera.

KA ci tiene a sottolineare in parecchie interviste che la sua età adulta gli permette di guardare al mondo dell’hip hop da una posizione di maturità, rispetto e consapevolezza: in lui non vi è l’urgenza di arrivare, di bruciare e di distruggere ma piuttosto quella di rendere denso il sentimento dell’esistenza e trasformarlo in un suono pulsante da dimenticare in loop per tutta la notte.
buon ascolto

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