J'adore Venise

stavo cercando una degna introduzione per questo post, qualcosa che spiegasse il motivo profondo del mio amore per una canzone italiana piuttosto sconosciuta, ma alla quale sono legato profondamente, ma in maniera a me medesimo ignota. cercavo le parole, e non le ho trovate… e allora dirò solamente che l’ha scritta Ivano Fossati e che fu incisa nell’album Panama e dintorni del 1981. e poi dirò che la amo perchè è un piccolo film di pochi minuti di cui si intuisce confusamente la trama, una storia d’amore intensa e impossibile, un sogno notturno ad alto tasso alcolico, uno sdoppiamento ed una lucida confusione, ma raccontato come non lo si poteva raccontare meglio e con alcuni passaggi perfetti

Al terzo doppio whiskey quasi le gridai:
“J’adore Venise”
un’occhiata da dietro una spalla so
non vuol mai dire no

mi voltai verso il buio
dietro il vetro indovinavo casa mia,
ma nemmeno un motivo per andare via.

Una calza di seta sull’abat-jour,
“J’adore Venise”
una musica lenta ti tira su
e vivi un po’ di più

giusto ai piedi del letto
un giornale: “la questione d’Algeria”
ma nemmeno un motivo
che io ricordi per andare via.

E tre bottiglie in fila e quattro poi
e le risate
e che nome avessi quella notte
non ricordo più
sentivo che finiva
e il giorno ce l’avevo addosso già
e sembravo qualcuno in un altro posto
ma stavo ancora la.

I motivi di un uomo non sono belli
da verificare
il problema è concedersi
un po’ del meglio e un po’ di più

lei venne alla finestra
io le dissi: “mi sa che il buio se ne va”
così calmo e seduto pareva proprio
stessi ancora la.

tratto da Dal vivo, vol.2 Carte da decifrare (1993)

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0 risposte a J'adore Venise

  1. Stakastagista scrive:

    Non conoscevo questa canzone (anche perchè sono nata un anno dopo 🙂 ), ma ascoltandone le parole posso facilmente comprendere il motivo per cui ti piaccia tanto…E’ bella come canzone, ma quella vena di malinconia appartiene anche al tuo carattere?

  2. borguez scrive:

    c’è qualcuno tanto sfrontato da poter affermare di non possedere una sana (molto sana) vena di malinconia? credo che sia nelle cose, nei giorni che passano, nei sorrisi e negli addii… o meglio, non mi fiderei di chi nega la sua esistenza!
    non credo tu voglia limitare i tuoi ascolti solamente agli anni successivi alla tua nascita! perderesti un po’ troppe cose…
    benvenuta!

  3. punck scrive:

    beata gioventu’

    io nell’81 mi sentivo gia’ vecchio!!!
    🙂

  4. borguez scrive:

    a volte caro Punck questo susseguirsi delle generazioni mi mette un’illogica allegria e in fondo mi dico… è tutto tempo che passa inesorabile, è vita!… e tento di allargare a fatica un sorriso interiore!
    la maggior parte del tempo però non ci riesco proprio!

    mia nonna diceva: l’età più bella è quella che uno ha…
    belle parole se non fosse che da un po’ di tempo le è proprio definitivamente scomparso il concetto stesso di età!

  5. Anonimo scrive:

    humm!!!

  6. Maud scrive:

    la malinconia può essere un sentimento molto confortante, ci sono stati periodi in cui ne ho sentito davvero la mancanza. ora potrei dire: troppa grazia!

  7. linda scrive:

    come sempre: grazie borguez!
    per il resto che dire..la malinconia è come un caro amico,
    molto utile, soprattutto quando si ha torto..

  8. kekko scrive:

    non conoscevo la canzone, ma in questo momento mi rappresenta.

    strange fuckin’ stuff.

  9. borguez scrive:

    malinconia…caro amico…molto utile…avere torto…rappresenta????
    è strano come vi comprenda malgrado la vostra cripticità…
    notte alcolica, scusatemi!
    al terzo moscow mule quasi mi gridai: a nanna!!!!!

  10. déserteur scrive:

    poi arrivò “notturno delle tre” e “i motivi di un uomo” incrociarono “il passo poco innocente di chi innocente non è”……. Ma questo è un altro film.

  11. borguez scrive:

    ci sarebbe proprio molto altro da dire su questo altro film e sui suoi sviluppi inattessi…
    ma poi pensandoci ci si dice…
    sarà la musica che gira intorno
    quella che non ha futuro,
    sarà la musica che gira intorno
    saremo noi che abbiamo nella testa
    un maledetto muro!

  12. flytoitaly scrive:

    Mi ha sempre sconcertato la questione d’Algeria (1958 – 1962) che viene citata nel testo.
    Che cavolo c’entrerá mai?

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