la radio uabab
La città di Medina Sabah di Gianni Celati
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La città di Medina Sabah di Gianni Celati
Un’avventura in Africa a cura di borguez, Gabriele Savoja e Edoardo Orofino.
Una puntata speciale della radio uabab suggerita ed evocata dal racconto di Gianni Celati “La città di Medina Sabah” contenuto nel libro Narratori delle Pianure (Feltrinelli, 1985). Puntata condotta da borguez e Gabriele Savoja con la regia e l’editing di Edoardo Orofino.
Le vicende del racconto sono il punto di partenza di un’avventura musicale e visuale ispirata dalle frequentazioni africane di Gianni Celati narrate nei volumi Avventure in Africa (Feltrinelli, 1998), Fata Morgana (Feltrinelli, 2005), Passar la vita a Diol Kadd (Feltrinelli, 2011).
L’Africa indeterminata, immaginata e vissuta da uno dei più importanti narratori italiani del nostro tempo.
Elenco brani in ascolto:
– Medina Sabah Wasis Diop Sequences (Grounded Music, 2014)
– Estratto dal video Seynabou Dieng Seynabou Dieng fondatrice de la troupe de Médina Sabakh en 1962 vol 1 (youtube)
Ndaga Saly Mbaye Teenou Porokhane (KSF Productions, 2014)
– Adji Kar Teri Miri Ahl Nana L’Orchestre National Mauritanien Ahl Nana L’Orchestre National Mauritanien (Radio Martiko, 2023)
– Toumaro Kasse Mady Diabaté Kiriké (No Format!, 2015)
– Estratto audio intervista Gianni Celati (Teche RadioRai)
– Hindewhu (Whistle Solo) (excerpt)
The Ba-Benzélé Pygmies (youtube)
– Watermelon Man (excerpt) Herbie Hancock Takin’ Off (Blue Note, 1962)
– Akiwowo (Chant Of The Trainman) (excerpt) Babatunde Olatunji Drums Of Passion (Columbia, 1960)
– New York U.S.A. (excerpt) Serge Gainsbourg Serge Gainsbourg Percussions (Philips, 1964)
– Kaolack The Doudou Ndiaye Rose Family Twenty-One Sabar Rhythms (Honest Jon’s Records, 2022)
– Estratto audio dal film “Mondonuovo” Regia di Davide Ferrario (2003)
– Kalakuta Show Fela Kuti Kalakuta Show (Partisan Records, 1976)
La città di Medina Sabah
Un giovanotto di Mirandola, in provincia di Modena, aveva studiato per diventare ingegnere. Quando è diventato ingegnere è stato assunto in una fabbrica di ascensori, e quasi subito è stato mandato in Africa a installare e collaudare un impianto di ascensori in un palazzo governativo. È partito, e dopo la sua partenza di lui non si è più saputo niente per tre anni. Quando è tornato ha venduto il podere di suo padre e ha impiantato una piccola fabbrica; ma non voleva mai parlare di quello che gli era successo in Africa, né dire in che paesi era stato. Un giorno ha deciso di sposarsi e il padre della sposa gli ha detto: “Io conoscevo tuo padre e sono contento che sposi mia figlia, ma darò il mio consenso al matrimonio solo quando mi avrai raccontato cosa ti è successo in Africa.” Il giovanotto ha risposto che avrebbe raccontato la sua storia solo il giorno del matrimonio e non prima, e così è stato. Durante il banchetto di matrimonio ha raccontato cosa gli era successo in Africa. Aveva caricato su due camion il materiale da installare e stava percorrendo una strada lunghissima e tutta dritta vicino a un confine; con lui c’era un accompagnatore yoruba che lo informava su tutto ciò che vedevano. Poi erano fermi all’ingresso d’un villaggio e sentivano una musica venire da lontano. Lui e l’accompagnatore yoruba e i due camionisti wolof si avviavano a piedi verso quella musica; e in una stradina erano accolti da donne indigene, che li invitavano in una casa e servivano loro da bere e da mangiare. Sono rimasti in quel posto per una settimana, serviti dalle donne indigene sul patio d’una grande casa di legno, da dove sentivano distintamente notte e giorno il suono della musica. Mangiavano e dormivano e alla sera andavano a visitare le strade della città. Lui chiedeva al suo accompagnatore yoruba: “Ma dove siamo?” L’accompagnatore rispondeva: “Siamo nella città di Medina Sabah,” ma non voleva dirgli altro. Nelle strade c’erano bande di bambini che correvano urlando e cantando, e l’accompagnatore spiegava che i bambini inventano quasi tutte le canzoni. Poi spiegava: “L’orchestra della Grande Nonna che senti in distanza è formata da cinquanta donne che suonano tutti gli strumenti, ed è diretta dalla Grande Nonna che ha novant’anni. I bambini gridando inventano ogni giorno nuove canzoni, che poi l’orchestra della Grande Nonna suona con cinquanta strumenti. Viene anche gente a registrarle e le diffonde in tutto il mondo.” Quando lui ha chiesto di vedere la grande orchestra di donne, gli è stato detto che non si poteva. Seduto sul patio della casa poteva ascoltare quella musica notte e giorno senza interruzioni, e mangiare e bere senza spendere un soldo; ma non si poteva andare a vedere l’orchestra della Grande Nonna. Dopo una settimana lui ha abbandonato i suoi compagni, ed è tornato a piedi sullo stradone. Qui ha trovato che, dei due camion, ci restavano solo le cabine e i cassoni vuoti; tutto il resto era stato rubato. Arrivato nella capitale denunciava il furto e veniva immediatamente messo in prigione, perché il materiale da installare era del governo e lui ne era responsabile. In prigione, dove è rimasto per più d’un anno, ha fatto amicizia con un raccontatore bandial, che era in prigione perché non aveva voluto accettare il controllo delle cooperative dello stato sul suo raccolto; era venuto nella capitale per parlare con i dirigenti delle cooperative, ma due poliziotti l’avevano subito arrestato. Costui gli ha spiegato la differenza fondamentale che c’è tra i raccontatori di storie, come lui, e i griot, che sarebbero dei narratori di genealogie. Il raccontatore bandial non si fidava dei griot, perché sono tutti falsi e inventano le genealogie delle famiglie o dei capi di stato, facendosi pagare in anticipo e poi inventando quello che vogliono. Siccome inventano quello che vogliono diventano potenti. I raccontatori di storie invece non inventano quello che vogliono, devono attenersi a quello che dice la storia. E a un raccontatore non si può chiedere: “Ma è vera la tua storia? è veramente successo così?”, perché sarebbe una grande offesa. Loro raccontano esattamente quello che dice la storia, non quello che s’inventano loro. Un giorno nei corridoi della prigione il raccontatore bandial ha visto un griot diola, e l’ha subito riconosciuto perché aveva la capacità di riconoscere un griot a colpo d’occhio, anche se lo vedeva da molto lontano. Gli ha gridato: “Ehi, griot, ti ho visto!”, e il griot è scappato a nascondersi dalla vergogna. Il raccontatore sapeva tutto su Medina Sabah. Gli ha raccontato come succeda spesso che i camionisti arrivino su quella strada con i camion pieni di riso o arachidi, si fermino attirati dalla musica, e seguendo il richiamo della musica vengano accolti dalle donne. Le donne offrono loro da bere vino di palma e da mangiare riso e pesce per giorni e giorni, e quando i camionisti tornano sulla strada il loro carico è scomparso e i camion sono senza motore e senza ruote. Il raccontatore diceva anche che ci sono dei camionisti che sanno benissimo a cosa vanno incontro, non appena mettono piede a Medina Sabah; e sanno che dopo finiranno in prigione per aver perso il loro carico e il loro camion; però non rinuncerebbero per niente al mondo al piacere di seguire quella musica, e di farsi servire dalle donne restando ad ascoltare in distanza l’orchestra della Grande Nonna. Il raccontatore bandial ha confermato che tutte le canzoni sono inventate dai bambini che giocano per le strade. Ma, a differenza d’altri villaggi, lì c’è quell’orchestra di cinquanta donne che raccoglie le canzoni e le suona, così che tutti possono ascoltarle notte e giorno. E i manager dei più famosi gruppi musicali vanno a registrare queste canzoni che si sentono nell’aria; poi un cantante famoso le mette in un disco e si appropria di quella musica. Ci sono dei cantanti che in questo modo sono diventati tanto famosi e tanto potenti da poter sfidare il governo. Ce n’è uno che è più potente di qualunque rock star in tutto il mondo, e s’è costruito una grandissima fortezza dove la polizia non può entrare, dove la gente vive secondo la sua legge e lui può condannare a morte chiunque. Questa è la grande potenza delle canzoni, che prima attirano i camionisti e poi si diffondono in tutto il mondo. Quando lo sposo ha finito di raccontare la sua storia al banchetto di nozze, nessuno sapeva cosa dire e c’è stato un gran silenzio. Il giorno dopo un amico gli ha chiesto perché avesse aspettato tanto tempo prima di rivelare cosa gli era successo in Africa; il raccontatore ha risposto che lui non sopportava le chiacchiere ai banchetti di nozze, e riservandosi quella storia per l’occasione era sicuro che avrebbe tappato la bocca a tutti.