ecco un altro di quei piccoli circoli logici, virtuosi (…e assolutamente personali) che si vanno a richiudere per sprigionare ulteriore senso, memoria e sorriso. lo annoto qui, su questo blog, perché anche per questo è nato. per ricordarmi, appuntarmi e non dimenticare.
c’era una volta Billy Bragg, mia infinita passione nell’arido di quegli anni ’80. c’era un folkster, ma dotato però di chitarra elettrica e un insano e mai domo spirito sinistro (politicamente parlando). Billy Bragg dalla parte dei minatori e contro la Thatcher, dalla parte del Nicaragua e contro ogni fascismo. lo vidi almeno 4 volte dal vivo, fra Londra e l’Italia, sempre solitario, sempre sornione e armato di chitarra e un pugno di canzoni memorabili.
fra queste Levi Stubb’s Tears era e resterà fra le mie favorite. canzone d’amaro amore, popolare, sociale, con quello stesso taglio che animerà le pellicole di Ken Loach o di Mike Leigh. deve quel titolo e un poco della vicenda narrata ai Four Tops e al nome del suo storico leader. feci la scoperta di quel nome solo un poco più tardi, quando ripercorrendo a ritroso la storia della musica mi imbattei nella Motown e in quel suono e in quella storia irripitebili.
apprendo dal giornale di qualche giorno addietro che quella voce (ed il suo possessore) ci hanno lasciati, e, come logico, la mia memoria è tornata a quella canzone di Bragg. per questo credo sia doveroso ricordare la dinamica di quella voce da baritono improgionata in canzoni tenorili, in danze e languide ballate. la storia del soul e della black music passa anche dai Four Tops e da una serie considerevole di hits, di numeri 1 delle charts americane ed inglesi a partire da quella Baby I Need Your Loving del 1965. il video subacqueo e schiacciato ai poli come i tv color americani, con Levi in primissimo piano, merita la visione…
[youtube=http://it.youtube.com/watch?v=0HQEhuylZmg&feature=related]
ed è probabilmente in quella fitta rete di rimandi fra cultura musicale nera e proletariato britannico, che a partire dai ’50 influenzò incessantemente la terra d’Albione, che va ricercato il substrato di una canzone come quella di Bragg. dai tempi del Mersey, dei ragazzi di Liverpool e dalla British Blues Invasion fino al Northern Soul e allo ska, passando per reggae e Clash. in quel brodo primordiale di suggestioni è stata possibile un’invenzione come Levi Stubbs’ Tears che mi piace riproporre qui, ripensando ai Four Tops, al suo leader e ad un vecchio amore come Billy Bragg…
[youtube=http://it.youtube.com/watch?v=I4v8VJ0LRgA&feature=related]
doveroso post scriptum!
cercando il testo in rete mi rendo conto non solo di essere arrivato tardi, ma che qualche blog amico già si occupò pertinentemente della vicenda.
e allora chiedo venia, e a quello rimando per leggere il testo della canzone e molto altro, come al solito, intelligente ed arguto!
sniffin’ glucose
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