Un hombre que cultiva su jardín, como quería Voltaire.
El que agradece que en la tierra haya música.
El que descubre con placer una etimología.
Dos empleados que en un café del Sur juegan un silencioso ajedrez.
El ceramista que premedita un color y una forma.
El tipógrafo que compone bien esta página, que tal vez no le agrada.
Una mujer y un hombre que leen los tercetos finales de cierto canto.
El que acaricia a un animal dormido.
El que justifica o quiere justificar un mal que le han hecho.
El que agradece que en la tierra haya Stevenson.
El que prefiere que los otros tengan razón.
Esas personas, que se ignoran, están salvando el mundo.
(da La Cifra, 1981)
mi piace ritrovare dopo molti anni questa poesia e riguardare indietro al lungo tragitto che ha compiuto, accompagnandomi discreta e rimanendo in silenzio seppur sempre presente. il mio illustrissimo zio la scrisse pochi anni di morire alla tenera età di 82 anni e la senilità accompagnata alla saggezza fanno risplendere le sue parole. io l’ho sempre percepita come un canovaccio, uno schema, una lista da proseguire, una sciarada da completare con la soluzione incerta, la verifica improbabile. Borges amava e perseguiva il concetto di infinito, la lunga concatenazione irrazionale degli eventi e delle cose, l’illogica consequenzialità di rimandi e spirali…ed io credo che ciascuno possa e debba provarsi a risolvere questo rebus di per sè indecifrabile che è la conoscenza degli altri o, se si vuole, la discoperta della loro magneficenza.
l’ho doverosamente citata in spagnolo, ma la sua traduzione potrebbe essere più o meno questa…
I Giusti
Un uomo che coltiva il suo giardino, come voleva Voltaire.
Chi è contento che sulla terra esista la musica.
Chi scopre con piacere una etimologia.
Due impiegati che in un caffè del Sur giocano in silenzio a scacchi.
Il ceramista che premedita un colore e una forma.
Il tipografo che compone bene questa pagina che forse non gli piace.
Una donna e un uomo che leggono le terzine finali di un certo canto.
Chi accarezza un animale addormentato.
Chi giustifica o vuole giustificare un male che gli hanno fatto.
Chi è contento che sulla terra ci sia Stevenson.
Chi preferisce che abbiano ragione gli altri.
Tali persone, che si ignorano, stanno salvando il mondo.
a loro vorrei aggiungere una coppia di anziani che vedo nei miei mattini e che mi mostrano la squisita semplicità che c’è nella lentezza e nella mestizia, la loro pace fatta con il tempo e il loro prezioso silenzio sorridente.
un uomo che conosco poco e che vorrei come amico, che di fronte alla sua malattia mi mostra contegno e discrezione e si preoccupa per me, e non chiede pietà o comprensione, ma piutosto continua a interrogarsi curioso e a non mostrarmi la sua paura.
e una ragazza che sta diventando donna più in fretta di quanto vorrebbe, un’amica che si sta vestendo della più nobile delle virtù: la dignità. che a questa fa precedere e seguire la sua intelligenza e me le porge con l’indecende sensualità che è nell’eleganza…e che alla fine dovrà pure convenire con me che Borges c’entra sempre!
…anche queste persone si ignorano fra di loro, ma stanno salvando il mondo…
…il mio!
E così ci piace alle tante persone che stanno salvando il mondo, delle quali non abbiamo notizie. Mentre di quelle riguardanti persone che lo stanno distruggendo ne abbiamo fin troppe.
e questa tua composizione merita di essere letta e riletta, più volte.
“e cosi ci piace PENSARE alle tante persone…”
avevo dimenticato una parola tra le righe, la più importante!
scusate 😉
e cosi ci piace… non era male, un parafrase pirandelliano…
la composizione (se intendi la poesia) non è mia di certo, i ragionamenti sì… ricorda per molti versi una poesia più recente di Erri De Luca (che cercherò e ti farò leggere), anch’essa molto intensa!
grazie per essere, probabilmente, il mio più fidato lettore. restituiscimi la pariglia e scrivi un post…suvvia!
Infatti intendevo la composizione del tuo poetico post! perchè, come diceva Bernardo di Chartres, siamo come nani sulle spalle di giganti!
Conosco Erri De Luca… lo citai, in tua risposta, qualche post or sono. Si parlava di viaggi circolari e viaggi senza ritorno e anche quell’occasione tirasti fuori il tuo illustre cugino. A quale poesia ti riferisci? Vi dedicherai un tuo componimento?
…io vorrei aggiungere
chi non si trascina i piedi rumorosamente
l’anziano che attende il mio arrivo, per cedermi il giornale tutte le mattine nelle mie brevi pause caffè; probabilmente intuendo dei pochi minuti di cui posso godere
piero umiliani per la colonna sonora de i soliti ignoti
chi la mattina nonostante tutto riesce a salutare gli sconosciuti
una donna che follemente ha voluto aspettarmi
…non so se salveranno il mio, ma un pò di sollievo….
Diego, cerco la poesia e te la mostrerò o ne farò chissà cosa, male che vada la rileggerò…adesso sono le 7 del mattino e il mondo è ancora in ordine!
Hrudi sono così lieto che tu abbia compreso totalmente il senso di ciò di cui andavo ragionando…sollievo è parola lieta e dolce!
“(…) Chi è contento che sulla terra ci sia Stevenson. (…)”, è sollievo autentico pensare che stia un po’ salvando il mondo. Mi sento addirittura un po’ meno inutile del solito. Thanks.
è già Hank…è la segreta soddisfazione di un pensiero sano come lo può essere allietarsi dell’esistenza di Stevenson, o di Coltrane (aggiungerei io!)…
dunque Diego, a quanto pare le mie scoperte solitarie non lo sono poi tanto visto che la rete pullula di rimandi a quella poesia di De Luca di cui ti parlavo. è tratta da Opera sull’acqua e altre poesie (Einaudi, 2002) e si intitola Valore
Considero valore ogni forma di vita, la neve, la fragola, la mosca.
Considero valore il regno minerale, l’assemblea delle stelle.
Considero valore il vino finche’ dura il pasto, un sorriso involontario, la stanchezza di chi non si e’ risparmiato, due vecchi che si amano.
Considero valore quello che domani non varra’ piu’ niente e quello che oggi vale ancora poco.
Considero valore tutte le ferite.
Considero valore risparmiare acqua, riparare un paio di scarpe, tacere in tempo, accorrere a un grido, chiedere permesso prima di sedersi,
provare gratitudine senza ricordare di che .
Considero valore sapere in una stanza dov’e’ il nord, qual’e’ il nome del vento che sta asciugando il bucato.
Considero valore il viaggio del vagabondo, la clausura della monaca,
la pazienza del condannato, qualunque colpa sia.
Considero valore l’uso del verbo amare e l’ipotesi che esista un creatore.
Molti di questi valori non ho conosciuto.
…addirittura vi è pure questo!
innanzi tutto e come al solito grazie!
perchè ci sono cose in cui ci si riconosce, cose che ci colpisco e che ci fanno ritrovare la spesso accantonata joie de vivre…
mi è venuta in mente ode alla vita di neruda leggendo questo e chissà, magari un nesso lo si può anche trovare.
e poi sappi che non tutti i tuoi lettori hanno il coraggio di lasciare commenti, anche se affezionati.
io aggiungerei fra i giusti anche quelli che condividono con ilprossimo la bellezza, quella più pura, più genuina.
grazie a te cara Linda!
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