non sono certo che difenderei la causa della musica klezmer anteponendola a chissà quale altra tipologia di musica, e neppure potrei giurare di considerarmi un fan assiduo di tutte quelle musiche che continuano a spirare dall’antica tradizione ebraica dell’est Europa, eppure, sempre più spesso mi trovo rapito dai gorghi armonici di queste antiche melodie in quell’avviluppo inscindibile di gioia e malinconia: anche la natura errante di questa tradizione gioca a favore di un mio gradimento, essenza per sua natura dromomaniaca costretta al movimento (volente o nolente) e capace di mescolarsi con le culture e le tradizioni di ogni luogo che ha incontrato.
Michael Winograd probabilmente non è dovuto scappare da alcunché visto che 30 anni addietro nasceva a New York e ancora lì lo si può trovare intanto a studiare e suonare da almeno 20 (anni) la tradizione klezmer capace di tramandarsi maritata saldamente alla cultura ebraica. clarinettista e indaffarato agitatore di tutta una serie di formazioni e gruppi che a quella tradizione fanno palese riferimento, il nostro ha da poco dato alle stampe per l’etichetta Golden Horn Records il suo terzo lavoro a proprio nome dopo il debutto Bessarabian Hop del 2008 ed il successivo Infection del 2009.
Storm Game (Golden Horn Records, 2012) è il nuovo lavoro del collettivo classico del clarinettista; classico nella consueta formazione che prevede clarinetto, violino, accordeon, piano, basso e tsimbl (leggi cimbalom) ossia quegli strumenti (fatta eccezione per il piano) capaci di essere trasportati dentro una valigia, sotto l’ascella e rapidi a spostarsi con i loro padroni, e classico perché la lettura che Winograd dà in questo disco della cultura klezmer coniuga l’afflato cameristico della tradizione europea.
vecchio e nuovo mondo si fondono costantemente a principiare da quella Introduction che apre il disco dove i canti (registrati) di un’antica sinagoga fanno da sottofondo al debutto del clarinetto che si arrampica in una struggente melodia; per tutto il disco lo spirito e l’afflato moderno (e cameristico, ribadisco) ripercorrono la tradizione chassidica degli ebrei ashkenazici ridisegnandola con brevi pennellate classiche e qualche vago sentore di improvvisazione jazzistica, c’è spazio per un paio di brani cantati (Who e Specter) dalla voce di Judith Berkson. a completare il gruppo troviamo Deborah Strauss al violino, Patrick Farrell accordeon, Joshua Horowitz tsimbl (cimbalom), Anat Fort al piano e Benjy Fox-Rosen al basso.
immaginare un viaggio (voluto o meno) o le musiche per un matrimonio non sarà difficile, si può commemorare un defunto o festeggiare un Mitzvah: qualsivoglia rito culturale necessita una musica idonea. eccone un esempio aggiornato all’orologio del mondo che segna l’anno 2013. il viaggio di queste musiche non è evidentemente ancora finito, cifra necessaria e indispensabile pena l’estinzione: questa stazione è particolarmente agiata e raffinata, ma anche di queste buone sorti sono fatti i viaggi.
buon ascolto
Michael Winograd Storm Gamelink removed by request
Sorry the link was removed – nevertheless, I love the samples i found. Where do you find this wonderful music? Grazie.
http://www.goldenhorn.com/display.php4?content=records&page=ghp037.html