Moondog The Viking of Sixth Avenue

dietro la più evocativa ragione sociale della storia della musica si cela la storia di Louis T. Hardin, conosciuto al secolo ed ai fortunati posteri con lo pseudonimo di Moondog. la sua biografia è assai bizzarra fra frequentazioni giovanili degli indiani d’America e/o di Charlie Parker, la perdita della vista da ragazzo e la sua missione per le strade di NY come musicista di strada. le informazioni in rete non mancano di certo. The Viking of Sixth Avenue è una raccolta che abbraccia alcune delle sue compoizioni dal 1949 al 1995, superficiale come tutte le approssimative antologie ma necessaria per un primo sguardo d’insieme. io penso in cuor mio che sarebbe opportuno prendersi il tempo di approfondire l’opera omnia del nostro cane della luna, ma da qualche parte umilmente si dovrà pur cominciare, e questo disco è il mio consiglio.

come in piccolo grande aleph musicale non sarà difficile riconoscere e riscontrare in questi 36 componimenti molta della musica che dopo di lui è stata, come tanti piccoli virus in vitro che hanno contagiato definitivamente l’universo circostante. tentare una definizione o tantopiù una recensione mi pare folle e inutile. i miei gangli cerebrali sotto stimolazione lieta hanno avuto suggestioni e visioni più che concrete. il ritmo innanzitutto e la percussione primordiale, il Sun Ra che sarà e la versione osteggiata e apocrifa dell’Anthology di Harry Smith. la colonna sonora di un noir dei ’40 o del prossimo Jarmusch, la Penguin Cafè Orchestra o i Lounge Lizards, il suono di Tangeri o del Cairo coloniale. Tom Waits prima di sognare un trombone a forma di pesce spada o l’orchestra di Perez Prado, lo scisma ritmico e l’ammutinamento nel periodo Blanton-Webster della macchina ellingtoniana, come un tradimento, come una ghost track di Coleman per Naked Lunch. e poi suoni di strada, una giungla di celluloide fra nitriti, ruggiti e barriti, Ray Barretto e Stravinsky spiegato ai più piccoli. l’idea sottesa al capitano dal cuore di bue e poi un’Africa liofilizzata, l’oriente annusato e quel cane che latra alla luna. e tanto altro, davvero!

…credo sia impensabile prescindere da Moondog!

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0 risposte a Moondog The Viking of Sixth Avenue

  1. diego scrive:

    non vi prescinderò dunque!

  2. borguez scrive:

    Ecce Diego!
    ramingo, disperso ed evanescente!
    Moondog è cosa da cui partire o arrivare, ma in ogni caso tappa fondamentale della via crucis di ogni buon ascoltatore!
    e del resto con una bio del genere non poteva passare inosservato!
    credo che il personaggio sia persino citato in una canzone di Dylan, ma non mi pronuncierò se non in presenza del mio avvocato (naturalmente Hank nella fattispecie)!

  3. diego scrive:

    hai l’avvocato alcolista, come in certi film americani.
    D’altronde come non citarti: “non mi fido degli astemi!”

  4. Fabio scrive:

    Mi ha sempre tentato. Inizio da qui.

    Domani anche da me si parlera’ di un eccentrico newyorkese, ma non ti rovino la sorpresa.

  5. borguez scrive:

    ho pagato la cauzione per far uscire il mio avvocato!

    Fabio, io, come dicevo poco sopra, te lo consiglio e attendo curioso la sorpresa!

  6. SigurRos82 scrive:

    Questo disco di Moondog è incredibile. Lo scoprii grazie alla cover che ne fecero i Motorpsycho su Demon Box, All is loneliness…

    Wow.

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