Alizé et Margaret D. Midi moins le quart. Sur la plage, un palmier ensanglanté II
Avec Le Soleil Sortant De Sa Bouche Pas pire pop, I Love You So Much (Constellation, 2017) more details ( ( ( ↓ ) ) )
Yadah (Sudanese Song)
Yishak Banjaw Love Songs Vol.2 (Teranga Beat, 2016) more details ( ( ( ↓ ) ) )
Out of Time
Damon Albarn / Various Artists Africa Express Presents… The Orchestra of Syrian Musicians and Guests (Transgressive, 2016) more details ( ( ( ↓ ) ) )
A Pair of Lost Kites Hurrying Towards Heaven
Daniel Erdmann’s Velvet Revolution A Short Moment Of Zero G (BMC Budapest Music Center Records, 2016) more details ( ( ( ↓ ) ) )
Shudder to Think
Ned Rothenberg | Mark Feldman | Sylvie Courvoisier In Cahoots (Clean Feed, 2016) more details ( ( ( ↓ ) ) )
The Shadowy Path
Ivo Perelman | Karl Berger The Hitchhiker (Leo Records, 2016) more details ( ( ( ↓ ) ) )
Solo For Voice #35 / 4 Solo For Voice #50 / 5 Solo For Voice #36 John Cage | Reinhold Friedl Complete Song Books (Karlrecords, 2016) more details ( ( ( ↓ ) ) )
Nuclear War
Sun Ra Singles: The Definitive 45 Collection (Vol.1 1952-1961) (Strut, 2016 3cd) more details ( ( ( ↓ ) ) )
in una domenica referendaria che giunge a chiusura di una penosa epopea in cui si è rischiato seriamente l’orchite, poter immergere orecchie e meningi in un disco che porta cotanta ragione sociale e con un titolo sin troppo eloquente è un privilegio raro e privato, oltreché, va da sé, una chiara dichiarazione di v(u)oto!
chi saprebbe indicare sulla mappa l’Anarchist Republic Of Buzz? chi ne ricorda il primo disco che raffigurava in copertina una spericolata crasi fra Barack Osama e Obama bin Laden (e sul retro c’era pure Gheddafi)? era il 2009 e i tre, a seguito di accordi pregressi, godevano di buona salute, ma da qualche segreta parte del globo una cellula anarco-insurrezionalista elettrificata alzava il volume degli amplificatori!
Anarchist Republic Of Bzzz (Sub Rosa, 2009) mescolava il flow caustico di Sensational con la solennità ieratica di Mike Ladd, le chitarre di Arto Lindsay e di Marc Ribot provviste all’uopo di mute di corde aggrovigliate al filo spinato con la spietata determinazione del comandante in campo Seb el Zin. un hip-hop claustrofobico e cianotico con irruzioni punk di chitarre randagie, un disco ostile ed ostico funestato da frequenze disturbate sulle onde corte, un clima da guerriglia globale calpestato al ritmo di un dub zoppo e di un blues storto. nel 2012 ne uscì anche una nuova versione che comprendeva alcuni remix (fra i nomi dei manipolatori/sabotatori quelli di David Fenech e di Berangere Maximin, tanto per capire da che parte della barricata ci troviamo). poi la cellula si disperde nella macchia globale e da allora nessun avvistamento.
poi senza preavviso, sul finire del 2016, ecco riapparire la rifondata Anarchist Republic Of Buzzz apparentemente installatasi da qualche parte nel bacino mediterraneo: il nuovo obiettivo è rappresentato dalle dittature europee riunite sotto la rassicurante bandiera blu oltremare e le scintillanti stellette gialle. United Diktatürs of Europe(Atypeek Music, 2016) si manifesta con una copertina urticante (per inciso, una delle più brutte del dopoguerra!) ad opera del Ministro della PropagandaKiki Picasso: sì perché la Repubblica si è data un ordinamento ed ha assegnato gli scranni. Arto Lindsay alla Difesa, Mike Ladd al Ministero della Verità, Luc Ex alle Finanze, Juice Aleem all’Abbondanza. c’è sempre Seb el Zin a capo del Governo e con lui Rojda Senses (Amore), Timba Harris (Affari Esteri), Mehmet Boyaci (Giustizia), eRikM (Ministro dei Frattali), Murat Ertel (Ministro dei Microintervalli), Onur Secki (Ministero del Doum) e Ismail Altunbas (Ministero del Tek). Marc Ribot assente dev’essere in incognito in qualche segreta missione ma al suo posto, al Ministero delle Diagonali, ecco insediarsi Archie Shepp! gli effluvi percussivi mediorientali non attenuano l’urgenza, le chitarre continuano a scorticare e la presenza del basso di Luc Ex fa ciondolare la combriccola a ritmo marziale di dub! le frequenze disturbate paiono giungere dalle acque internazionali del Mediterraneo da dove si vedono passare all’orizzonte barche stracolme di umanità!
il sax di Archie Shepp pare chiamare dall’alto del faro come un muezzin, Mike Ladd e Juice Aleem sputano rabbia e additano alla pietà: il disco incalza ed urge, la rabbia monta ed il tempo stringe. un suono che mescola e depista, figlio di quel villaggio globale in cui sono smarrite le appartenenze e le coordinate. Tropic of Interzone pare giungere da una zona imprecisata, dai reconditi anfratti del deep web, dalla visionarietà di Burroughs di cui si avverte la mancanza declamante come un’amputazione. un suono che mescola i Master Musicians of Joujouka, Ornette Coleman, Fayruz e il sogno panafricano, tutti a premere contro i portoni della Fortress Europe.
un disco ottundente e scomodo, contemporaneo e futuribile ma difficile da scindere dalla denuncia scomoda che porta con sé! tanta bellezza non inganni, qui dentro c’è forse l’ultimo tentativo di provare a far fare pace a musica e denuncia politica. dalle coste dell’Anarchist Republic Of Bzzz si può avvistare in fondo al mare il Paese del Gratta e Vinci dove stanno giocando alla risposta giusta fra un SI e un No: il montepremi, in attesa del risultato, sta galleggiando ammassato in mezzo al mare!
buon ascolto