la radio uabab #27

Radio Sonora
la radio uabab #27
venerdì 10 maggio 2013 ore 21,00
(replica sabato 11 maggio ore 21,00)
p o d c a s t


Valentine
Tricky
False Idols (!K7, 2013 promo copy)
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Thymethymethyme
Ghostpoet
Some Say I So I Say Light (Play It Again Sam, 2013)
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The Redeemer / Demon

Dean Blunt
The Redeemer (Hippos In Tanks, 2013)
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On The Run / The Sound
The Spaceape
Xorcism (free download, 2012)
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TV On 10

The Uncluded
Hokey Fright (Rhymesayers, 2013)
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(il suono carsico)
Andy Cato
Time & Places (Apollo Records, 2013)
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Pubblicato in la radio uabab, la radio uabab 2012/2013 | 1 commento

John Lurie

mi manca John Lurie! questo è forse l’unico semplice assunto che sta dietro alle righe che mi accingo a scrivere: un sentimento privato, piccolo se si vuole, eppure languido e malinconico come può essere il tanto tempo che si trascorre nel desiderio di ritrovare qualcuno che invece si vorrebbe assai più vicino. non racconterò John Lurie perché wikipedia è assai più prodigo di informazioni di quanto io possa, non è questo che vorrei fare, voglio pensare (ne sono certo) che chi frequenta questo blog non abbisogna delle mie presentazioni dell’artista. piuttosto il tutto parte da un disco ritrovato dopo parecchio tempo di ricerche che, pubblicato qui su uabab, ha scatenato una serie di mail (private) che mi hanno fatto capire che quel sentimento di mancanza è condiviso con tanti altri fan del nostro allampanato John. scambiando risposte e suggestioni mi sono reso conto che alcuni dischi del decennio ’90/’00 erano tutto sommato piuttosto sconosciuti, perlopiù colonne sonore e di certo quel piccolo gioiello che è la serie televisiva Fishing With John.

come provare a descrivere il delirio meraviglioso di queste sei puntate andate in onda nel lontano 1991 per una rete via cavo americana ed entrate immediatamente nel vero e proprio culto di tutti coloro che ebbero la fortuna di vederle allora o in seguito. John Lurie che se ne va a pesca con alcuni amici nelle parti più remote del globo: in Jamaica con Tom Waits, con Matt Dillon in Costa Rica, nel Maine con Willem Dafoe, con Jim Jarmusch nel Montauk (New York State) e due puntate in Thailandia con Dennis Hopper. le avventure rasentano l’assurdo anche perché sia John Lurie che i suoi compagni di pesca in realtà non ne sanno un granché di pesca e sono coinvolti in avventure al limite del sardonico e del surreale, venate di assurdi segreti e mitologie inventate lì per lì. una meraviglia, lo ripeto. purtroppo non esistono in rete i sottotitoli in italiano, ma un rudimentale inglese sarà bastante a comprendere la delizia di queste avventure strampalate. naturalmente la colonna sonora del film è stata composta da John Lurie ed è parte integrante e necessaria della visione così come la voce narrante di Robb Webb. il disco uscì solamente nel 1998 per l’etichetta Strange & Beautiful Music scrigno personale delle delizie di John Lurie. di colonna sonora in colonna sonora (e volutamente tralasciando le altre celebri degli anno ’80: Stranger Than Paradise e Mistery Train) si giunge a quella del celebre Down By Law a cui si deve la celebrità in Italia del nostro. il film non credo abbia bisogno di presentazione ma la colonna sonora credo sia rimasta impressa a tutti coloro riescono viziosamente a puntare le orecchie ben dietro all’immagine del cinema e al suo scorrere ottundente. il disco esce sempre per l’etichetta personale di Lurie e presentava assieme a quella colonna sonora quella realizzata per il film Variety di cui non so davvero dire molto. di certo però è bene ricordare alcuni dei musicisti che suonarono in Down By Law perché tracciano perfettamente l’orizzonte entro il quale si è mosso e si muoverà di lì in poi il nostro. c’erano, fra gli altri, Arto Lindsay e il fratello Evan Lurie (già con lui nell’avventura precedente e straordinaria dei Lounge Lizard), ma anche Nana Vasconcelos e Marc Ribot. Marc Ribot che è assai presente con la sua chitarra in un’altra (doppia) colonna sonora di cui mi pare ben poco si sappia. African Swim And Manny & Lo sono due film che non ho visto ma giuro di aver ascoltato così tante volte le due colonne sonore da potermeli quasi immaginare. esempio straordinario della musica di John Lurie a metà dei ’90 utile a tracciare l’universo del nostro sassofonista fra blues, africa, jazz dinoccolato e suggestioni  notturne e fumose. anche la colonna sonora di Excess Baggage suona nelle mie orecchie da tempo senza che io abbia la più pallida idea di quale film si trattasse (per i curiosi rimando a questa pagina). la composizione dei brani qui si fa rarefatta, idonea alle brevi dinamiche della descrizione delle scene del film, rapide pennellate. confesso che questa (fra le altre) è la meno a fuoco fra le soundtrack sin qui presentate. ve ne sarebbe addirittura una ulteriore che gli è valsa addirittura una nomination per i grammy ed è quella per il film Get Shorty: ma questa mi piace ancor meno a riprova che grammy e qualità percepita viaggiano in direzione inversamente proporzionale ai miei gusti personali.

mi manca John Lurie, e quando dico ciò mi riferisco certamente alla sua musica. a lui purtroppo fu diagnosticata alla metà dei ’90 una invalidante sindrome cronica che prende il nome di malattia di Lyme che lo ha costretto suo malgrado ad abbandonare completamente la carriera musicale. ci fu addirittura lo spauracchio di una diagnosi che contava i giorni che gli restavano, ma per fortuna i medici sbagliavano (è una categoria anch’essa soggetta alla fallibilità) e pare che oggi vada meglio. ma di musica non si parla più, di pittura sì! è fra tele e pennelli che si è rifugiata l’arte di John Lurie, in una tecnica primitiva ed impressionista che si può ammirare nel suo sito John Lurie Art. My paintings are a logical development from the ones that were taped to the refrigerator 50 years ago! la dichiarazione è sua ed esplica assai meglio di quanto possa fare io la natura naïf e primitiva del suo dipingere, fra art brut e delirio improvvisativo: non troppo lontano dalle sue musiche e trovarne attinenze e contiguità è un gioco da fan divertito.
ma prima di chiudere la carriera giunse quel capolavoro iridescente che fu (che è) The Legendary Marvin Pontiac: Greatest Hits. John Lurie si inventa la biografia bislacca di un musicista mezza africano e mezzo ebreo e gli cuce addosso una carriera musicale osannata da varie celebrità ad avvalorarne l’esistenza. ma fa anche una cosa mai fatta prima: gli dona la sua voce e si mette a cantare 14 canzoni straordinarie in bilico fra alt-country, blues maliano, eccelso songwriting e stranezze e meraviglie musicali varie.
se dicharo che questo è uno dei miei dischi favoriti di sempre magari non frega molto a chi legge, ma di certo esplicherà il perché di queste righe e del sentimento nostalgico da cui hanno preso l’abbrivo (mi sono permesso pure una trasmissione radiofonica su di lui).
dopo Marvin Pontiac le prospettive (le aspettative) riguardo a dove si sarebbe diretta la musica di John Lurie lasciavano intravedere grandi cose, ma la vicenda così è andata e a me non resta che congedarmi e confidare in chissà quale avvenimento che mi riporti un nuovo disco a nome suo (sperar non nuoce).
in questo post non mi sono permesso di “spiegare” la musica di John Lurie: è un po’ come cercare di raccontare Stravinsky o Charlie Parker correndo l’unico rischio di risultare assai più pesanti (e pedanti) della leggerezza della loro arte. assai meglio la loro musica, e a quella di John Lurie preferisco lasciare chi legge.
del resto volevo solo dire che mi manca John Lurie.

Pubblicato in 2013 | 11 commenti

la radio uabab #26

Radio Sonora
la radio uabab #26
venerdì 3 maggio 2013 ore 21,00
(replica sabato 4 maggio ore 21,00)
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Men With Sticks (Noble Version)
John Lurie National Orchestra
Men With Sticks (Made To Measure, 1993)
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Main Titles
John Lurie
African Swim And Manny & Lo: Two Film Scores (Strange & Beautiful Music, 1998)
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Love B

John Lurie
Excess Baggage (Prophecy Records, 1997)
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Fishing With John / Ahhh Fishing / River Of Men / World Of Adventure / Shark Drive
John Lurie
Fishing With John (Strange & Beautiful Music, 1998)
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Small Car
Marvin Pontiac
The Legendary Marvin Pontiac: Greatest Hits (Strange & Beautiful Music, 2000)
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(il suono carsico)
John Lurie
Down By Law & Variety (Strange & Beautiful Music, 2000)
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Pubblicato in la radio uabab, la radio uabab 2012/2013 | 5 commenti

Ashley Paul
Line The Clouds

se qualcuno sostiene (e crede) che l’uomo è stato creato dal fango (e la donna da una costola di lui!?!) per merito dell’arte illusoria di un notevole prestidigitatore non occorrerà grande sforzo a pensare ad una sinfonia (una sinfonietta?) in forma di oratorio creata con le briciole di quella che potrebbe essere un’orchestra. una chitarra, corde preparate, un clarinetto, flauto, qualche campanella, un sassofono ed una voce neppure troppo educata (limitandoci all’ambito canoro) sono una manciata necessaria e bastante per pensare a qualcosa di più grande, di più organico e intransigentemente lirico.

Ashley Paul ci riprova e non smette di pensare le pareti della sua cameretta di Brooklyn assai più ampie e possibili di quanto non sembrino e la sua discografia prepara il terreno a questo nuovo lavoro dalle apparenze mature e concrete. chi ha l’abituale bontà di leggere queste righe conosce la mia avversione a paragoni fra artisti o ad etichette comode: nel caso di questo nuovo disco di Ashley Paul l’esercizio risulterebbe persino difficile. ma cominciamo dai dati tecnici: Line The Clouds esce in questo 2013 per l’etichetta americana Rel Records in formato download o in vinile: 12 brani (canzoni? atti?) che vedono Anthony Coleman e Eli Keszler affiancare la minuta Ashley Paul nell’esecuzione e nella messa in scena di questa magra e fragile rappresentazione cameristica di un sogno assai più visionario.

le dinamiche del rock scheletrizzate e liofilizzate, il songwriting americano lontano all’orizzonte, frammenti di noise (senza far troppo rumore), agguati dodecafonici e delicate cacofonie sono i primi sapori che giungono all’udito. la voce di Ashley Paul è fragile e sull’orlo di spezzarsi (ed in effetti più di una volta claudica) ad accompagnare, rallentantole, alcune ballate che verrebbe da pensare folk; in realtà allargando lo sguardo pare di scorgere quell’organicità più congrua ad un’opera lirica, un oratorio urbano che guarda ad un panorama agreste affacciandosi dalle finestre di Brooklyn. le melodie sfuggono e si insabbiano e sono necessari tanti sforzi, quanti quelli che il disco mette in campo per sfuggire, per entrare dentro questa piccola opera tascabile.
non negherò che vi siano nelle composizioni della Paul introspezione, brandelli di oscurità e bradicardia contagiosa, ma io ci sento anche tanta luce e l’iridescente bellezza che emana l’intimità rivelata: un piccolo assaggio lo si può carpire dal video esclusivo di Sail realizzato da Francesco De Gallo per il sito di Wire.
la fanciulla frequenta “cattive” compagnie che portano il nome di Roscoe Mitchell, Loren Connors, Joe Maneri, Phill Niblock e Joe Morris, ma una volta giunta nella silenziosa fragranza della sua cella monocale (sempre a Brooklyn) riscopre la purezza della composizione e l’ascesi mistica di un suono intimo di cui ci rende (per fortuna) partecipi.
più che un altro disco, un disco altro rispetto al troppo idoneo che odo intorno.
buon ascolto

Pubblicato in 2013 | 3 commenti

la radio uabab #25

Radio Sonora
la radio uabab #25
venerdì 26 aprile 2013 ore 21,00
(replica sabato 27 aprile ore 21,00)
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Amiina Awdaay
Dur-Dur Band
Vol.5 (Awesome Tapes From Africa, 2013)
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Kassa Kpa Sama
Colomach
Colomach (Soundway, 2013)
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Naleki Na Ba Zone

Orchestra Super Mazembe
Mazembe @ 45 rpm Vol.1 (Sterns Music, 2013)
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Lucas Malore

Owiny Sigoma Band
Power Punch (Brownswood Recordings, 2013)
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Jekafo Ju Agbawo
West African Rhythm Brothers / Various Artists
London Is The Place For Me 5: Latin, Jazz, Calypso And Highlife From Young Black London (Honest Jon’s Record, 2013)
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(il suono carsico)
Mukunguni
New Recordings From Coast Province, Kenya
(Honest Jon’s Records, 2013)

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Pubblicato in la radio uabab, la radio uabab 2012/2013 | 2 commenti

la radio uabab #24

Radio Sonora
la radio uabab #24
venerdì 19 aprile 2013 ore 21,00
(replica sabato 20 aprile ore 21,00)
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Neap Tide
Jon Brooks
Shapwick (Clay Pipe Music, 2013)
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Time Changes When In Pain
William Ryan Fritch
The Waiting Room (Lost Tribe Sound, 2013)
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Callback from the American Society of Eastman Supporters
Jace Clayton
The Julius Eastman Memory Depot (New Amsterdam, 2013)
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Do You Know Otahiti

Jan Jelinek with Masayoshi Fujita
Do you know Otahiti? (Faitiche, 2013)
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Music Box for Nils and Noé

Melodía
Saudades (Own Records, 2013)
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(il suono carsico)
John Zorn
Filmworks XXV—City Of Slaughter/Schmatta/Beyond The Infinite (Tzadik, 2013)
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Anthony Joseph, Meshell N’degeocello, la Heavenly Sweetness e il crowdfunding

breve post, o forse sarebbe meglio dire breve spot (che curiosamente è un’anagramma), per tornare su Anthony Joseph: fortunatamente non mi debbo più scusare con i lettori di questo blog per la mia malsana e indefessa passione per questo artista, già si sa che sono un fan e come tale mi comporto. lo spot in questione riguarda la realizzazione del nuovo disco di Anthony Joseph e più in particolare l’utilizzo del tanto evocato crowdfunding da parte dell’etichetta francese Heavenly Sweetness (su queste pagine sostenni tempo addietro un progetto con questo stesso tipo di finanziamento e sono lieto sia giunto in porto; ora attendo di vederlo). il nuovo disco ha in più una peculiarità di cui è lo stesso Anthony Joseph ad essere fiero: la produzione e la (co)scrittura da parte di Meshell N’degeocello.
i dettagli, gli importi dei contributi e la maniera di partecipare li trovate presso il sito della Kiss Kiss Bank Bank (pare uno scherzo ma non lo è): io da fan rimbecillito ho già partecipato e quindi mi faccio da parte per lasciare la parola assai più convincente al diretto interessato.

Pubblicato in 2013 | 2 commenti

la radio uabab #23

Radio Sonora
la radio uabab #23
venerdì 12 aprile 2013 ore 21,00
(replica sabato 13 aprile ore 21,00)
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Amidinine
Bombino
Nomad (Nonesuch, 2013)
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Dark Hall
The Invisible Hands
The Invisible Hands (Deluxe Edition) (Adduction, 2013)
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The Wolves (Act I and II)
Bon Iver / Mike Patton
The Place Beyond The Pines (Music From The Motion Picture)
(Milan Records, 2013)

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Who The Waves Are Roaring For
Colin Stetson
New History Warfare Vol. 3: To See More Light
(Constellation, 2013)

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Pink Electric

Omnivore
Omnivore (Feeding Tube Records, 2013)
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(il suono carsico)
Tiago Sousa
Samsara (Immune/Thrill Jockey, 2013)
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Melodía
Saudades

se ben oltre le sbornie fricchettone dei ’70 a base di viaggi orientali, musiche indiane, registrazioni ambientali e strumenti esotici e ben più in là dell’ottusa imbecillità della musica new age di fine millennio, vi è ancora qualcuno che si ostina a produrre musica per viaggi mistici di autocoscienza alla ricerca di (possibili) paradisi artificiali i casi sono due: o il soggetto in questione è rimasto tonto da qualche sostanza sconveniente oppure ci crede con l’onestà che alimenta il cuore delle nostre passioni più profonde. parlando di Federico Durand sono più propenso a credere alla seconda ipotesi anche in virtù delle piacevoli prove che il giovane musicista argentino ha già dato della sue virtù compositive. field recordings, materiali organici, qualche strumento etnico e una vivida e quieta immaginazione compositiva rappresentano la tavolozza di questo artista che continua ad esplorare il confine fra etnomusicologia tascabile e l’esplorazione attenta del paesaggio sonoro circostante.
è da poco uscito per l’etichetta lussemburghese Own Records il suo nuovo progetto nato assieme al musicista giapponese Tomoyoshi Date. il gruppo prende il nome di Melodía ed è nato grazie ad una di quelle belle comunioni d’intenti fra affinità elettive scoperte in un tour europeo affiancati l’uno all’altro e promosso dall’etichetta che ha ospitato i precedenti dischi dei due artisti.

Saudades (Own Records, 2013) non tradisce l’afflato bucolico ritratto nello scatto di copertina: cinque composizioni dai titoli didascalici madide di natura, spirito agreste e animo selvaticamente acquietato. The spirit of rain arrives to the forest, The rise of early morning, Riverside of the poet’s house, Walking memories in the sunlight and leaves e Music box for Nils and Noé raccontano già assai delle ambientazione in cui il disco si imbambola beato. registrazioni di passeri francescani, gabbiani, sciabordìo di onde, il vento fra i salici, passi nella brughiera, voci carpite in lontananza si accavallano a campanelle tibetane, chitarre accarezzate, ukulele e il giusto apporto di elettronica sotto forma di tappeti e loop discreti. propriamente ciò che ci si potrebbe aspettare da cotanta copertina unita a titoli e strumentazione summenzionati. e se non bastasse ad esplicitare ecco dunque un video girato esattamente un anno addietro fra le verdi praterie del Belgio (?!?)…

i due paiono fare abbastanza sul serio da escludere l’ipotesi dell’intontimento ventilata più sopra. a me pare un buon disco per salutare la primavera che finalmente pare giunta fra noi, una fragranza tascabile da somministrarsi per via acustica nel qual caso non si potesse raggiungere urgentemente un prato fiorito o un bosco odoroso di verzura.

prima di chiudere questo post propongo uno di quegli scambi che molti anni addietro si potevano fare con le figurine dei calciatori. siccome seguo con una certa attenzione la carriera di Federico Durand ci terrei parecchio a poter ascoltare un disco uscito unicamente in vinile per la Drag City l’anno scorso: Every Hidden Color è la ragione sociale sotto cui si cela la collaborazione fra il nostro argentino e l’altrettanto promettente musicista di Chicago che porta il nome di Nicholas Szczepanik. il loro disco si intitola Luz (due sole lunghe tracce per ogni facciata vinilica) e sono disposto a scambiarlo con una cassetta abbastanza rara di Federico Durand dal titolo Adormidera uscita un anno fa nell’esiguo numero di 50 copie per le etichette Pudú (label personale dell’artista) e la SNPB (Brasile).
è tutto.
buona primavera e buon ascolto.

Pubblicato in 2013 | 6 commenti

la radio uabab #22

Radio Sonora
la radio uabab #22
venerdì 6 aprile 2013 ore 21,00
(replica sabato 7 aprile ore 21,00)
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Criss Cross
Francesco Bearzatti Tinissima 4et
Monk’N’Roll (CAM Jazz, 2013)
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Dance Of Sappho
John Zorn
The Mysteries (Tzadik, 2013)
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Traditional Hasidic Melody II
Shofar
Ha-Huncvot (Kilogram Records, 2013)
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You have Already Gone to the Other World
A Hawk and a Hacksaw
You have Already Gone to the Other World
(L.M. Dupli-cation, 2013)

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Itaca

Vinicio Capossela
Various Artists: Dalla In Jazz (Okeh/Sony Music, 2013)
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(il suono carsico)
Giuseppi Ielasi
(or a set of models) (cd-r, 2013)
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