non l’ho ancora ascoltato. lo farò stanotte col favore dell’oscurità. e per questo, in verità, non ho molto da dire se non che sono stato colto di sorpresa, inaspettatamente sorpreso nel sapere dell’imminente uscita di un nuovo album di Paolo Conte.
un paio d’anni addietro attesi Psiche con l’ansia e il fervore dell’incurabile ammiratore: mi cimentai in un racconto a caldo delle prime impressioni che suscitavano quelle composizioni. questa volta lascerò che la notte, e gli ascolti, portino consiglio.
questo post in realtà non racconta nulla di più di questa sorpresa, e magari può bastare così: una quindicina di nuove canzoni, l’idea che Nelson possa essere quello dipinto in copertina e l’emozione che sto per provare appena avrò terminato di scrivere queste due righe, e poi magari se ne riparlerà nei commenti.
buon ascolto.
Paolo Conte Nelson
Fa freddo dalle mie parti e “Nelson” lo sto ascoltando golosamente a letto sotto la mia migliore coperta e il piacere,inutile dirlo, è tanto, almeno per me che amo certe atmosfere languide che riportano a tempi e situazioni mai vissute e forse mai esistite,ma si sa Conte a modo suo è un poeta decadente e io l amo anche per questo
Se il disco ha colto di sorpresa te, tu hai colto di sorpresa me con il disco che ha colto di sorpresa te. Insomma hai capito. Mi sa che ti imiterò e questa notte anch’io la passero con Nelson. A proposito grazie.
qui
ringrazio nelson.
il mio link tempestivamente rimosso.
il suo no.
grazie
Ho appena girato il link anche al mio papà 🙂
musica per adulti, sì
Come prefissatomi questa notte sono stato con Nelson e ho trovato il solito Paolo, così intimamente, poeticamente e classicamente ”out” rispetto alla nostra Italietta di oggi, anche se qualche frecciatina l’uomo la tira (almeno io la percepisco così), e mi riferisco a brani come ”Clown” o ”Bodyguard for myself”. Il trittico finale, poi, è eccezzionale e ”L’orchestrina” potrebbe convertirsi nella colonna sonora delle mie giornate autunnali: ”Trallallà, to be, to be, to be or not to be’?”
anch’io ho trascorso una porzione di notte con Nelson al mio fianco.
buon viatico per il riposo notturno, ma stamane ci sono volute altre tre o quattro passeggiate per capire meglio cos’avesse fiutato e dove mi volesse portare.
ho annusato alcune cose, come te (anch’io ho avvertiro stoccate sottili all’italietta che muore affogata), ma di quella imprecisione che ancora non mi permette di esprimermi a dovere.
rimando ancora un poco ed esco per una ulteriore passeggiata.
Circolo, 40 inglesi che si annoiano…
certo che Jeeves ti si appiccica addosso e non te la togli mai più!
il sogno di ogni uomo: il maggiordomo Jeeves!
Grazie infinite, borguez e nelson, siete straordinari: ma non esce ufficialmente domani? o così mi pare di aver annotato sul calendario. Comunque attendiamo, con calma e pazienza, il tuo commento, borguez, mentre assaporiamo le note contiane, noi privilegiati…
Amiamo Conte, che abbiamo veduto dal vivo ogni volta che il destino ce lo ha consentito, sempre facendo ritorno a casa con qualcosa in piu’ di quando eravamo entrati nell’auditorium.
Curiosi di ascoltarlo in questa nuova prova su disco dopo il passo falso (per noi, si intende!) di “Psiche”. Molto curiosi. Grazie per la segnalazione.
Amiamo Conte, che abbiamo veduto dal vivo ogni volta che il destino ce lo ha consentito, sempre facendo ritorno a casa con qualcosa in piu’ di quando eravamo entrati nell’auditorium.
Curiosi di ascoltarlo in questa nuova prova su disco dopo il passo falso (per noi, si intende!) di “Psiche”. Molto curiosi. Grazie per la segnalazione.
innanzitutto poche parole, ma sono le sue. quantomeno pertinenti direi.
…vibro come un bidofono washtub bass!!
Stanotte lo riascolterò meglio sotto la luna bruna…come un merluzzo di Shangai.
Grazie Nelson Can da pajè.
Grazie borguez.
stavo pensando a cosa “percepiranno” fra 70 anni ascoltando i dischi di Conte. spostavo artificiosamente la lente d’ingrandimento per mettere (per paradosso) in risalto quest’oggi in cui esce questo Nelson. non lo so e, forse, non lo voglio sapere.
so dell’anno 2010 in cui è davvero difficile, per chi è letteralmente cresciuto con i dischi di Conte (parlo di anagrafe e biografie personali), scollarsi di dosso l’affetto e l’ammirazione per l’artista, giudicarlo (e come?).
il disco si disvela lentamente, come ogni opera degna di tale nome. se ne intravedono angoli e anfratti inizialmente sfuggiti, si intuisce la statura immensa del creatore di canzoni, ci si dovrebbe stupire (coloro che son digiuni) della capacità di raccontare un mondo e e di continuare generosamente a farlo.
non ho voglia di dire “questa o quella”. poca importanza avrebbe. qualcuna si è già appiccicata definitivamente al cuore, altre passeranno come canzoni di Paolo Conte: non è poco.
chiedere la rivoluzione a chi ha fatto cantare corriere di italiani in gita e, allo stesso tempo, scritto canzoni eterne (ne ho in testa una decina) è esagerato.
questo è un disco di alta maestria a cui si dovrebbe perdonare ogni cosa, sempre che vi siano cose da perdonare. davvero si può criticare uno che fa rimare il sostantivo scorreggia con il verbo eccheggia?
mi astengo e non posso fare altro che ringraziare ingolfato d’emozione.
a pensarci davvero vorrei che queste emozioni cadenzassero gli anni futuri ancora ed ancora.
attendo di potergli stringere la mano ancora una volta. niente di più.
Grazie ancora Maestro,
Grazie per le emozioni che ci doni
Grazie splendido Nelson
Nelson è un album coraggioso, complesso e composito.
Composito peché gli ingredienti sono molteplici: il classico swing che avvolge melodie non banali ed in generale il Conte più tradizionale (L’orchestrina, Tra le tue braccia, Jeeves, Galosce selvagge), una puntata piacevolissima dalle parti della classica canzone brasiliana (Nina) e soprattutto una sperimentazione armonica molto spinta (penso a “Suonno e’ tutt’o’suonno” e a Sarah in particolare). In “Bodyguard” e “Los amantes del Mambo” vive una sintesi, abbastanza felice tutto sommato, tra la ricerca di una linea melodica arzigogolata e il mood più contiano.
Nota: “Los amantes del Mambo” mi ha richiamato vagamente “Begin the beguine”, Tra le tue braccia altrettanto vagamente “Close your eyes”.
Che nessuno si azzardi a ritrovare in “Bodygard” una canzone di Venditti… La sequenza iniziale di note è simile, ma altra armonia, altro mood… altra storia.
“Suonno e’ tutt’o’suonno” è un pezzo che dà la misura dello spessore del compositore: pezzo magnificamente disarmonico, indefinito, stordito e stordente come un sogno… interessante… vorrei dire avvicente…. ma devo ancora metabolizzarlo. Credo siamo dalle parti della musica classica.
Un paio di pezzi mi lasciano perplesso: “Sotto la luna bruna” in particolare (Conte vuole giocare) ed anche il duetto con Laura Conti in francese… Disco? Boh!
Clown è figlio di Eden (la parte iniziale) e Max (la coda, però in bolero, ma meno avvicente).
Per i testi va detto che non colgo (ma già dall’album precedente) alcune folgoranti immagini di altri album, ma apprezzo un diradamento dei classici da-da-da (un solo to be or not to be) e soli di kazoo.
Scrivo senza pretese queste note senza aver letto praticamente nessuna recensione, se non una generica presentazione dell’album: non le ho ancora cercate per non essere condizionato ma mi piacerebbe sapere la vostra…
Non so se sia tra i suoi album migliori ma di certo non si discosta molto dai livelli dei tempi d’oro… Teniamo presente che chi ha composto quello che ha scritto il Maestro è “condannato” a fare di peggio a prescindere! E riuscire a non ripetersi non tradendo la cifra stilistica è tutt’altro che facile.
se poi aggiungiamo che presumibilmente sono pezzi composti di recente, tenendo presente la sua età ma soprattutto la sua produzione passata, che dire? Tanto di cappello, l’impresa è riuscita!
Pezzi preferiti: “Nina”, “Tra le tue braccia”, “Jeeves”, “Galosce selvagge”, “Los amantes del mambo”… ma mi riservo di cambiare idea (sulle preferenze) ad ascolto maturato… già qualche dubbio serpeggia
una doverosa precisazione alla quale ogni buon filologo contiano dovrebbe giungere.
Lullaby of the Leaves (citata in Jeeves) è una composizione di Bernice Petkere estratta da una rivista di Broadway dal titolo Chamberlain Brown’s Scrap Book che debuttò nell’agosto del 1932. le liriche del brano sono di Joe Young.
YouTube non lesina versioni del brano: io ho scelto questa di Phil Spitalny.
ottima lettura quella di Aguaplano! Vi segnalo qui (che è da sempre ritrovo affidabile per parlare del Maestro) anche la mia, perché i filologi contiani sono una famiglia di gente che, in fondo, si somiglia 🙂
Bhè prima di tutto complimenti davvero per quello che stai facendo! Vedo che abbiam gusti molto simili e son curioso di andare a ritroso per leggere le altre recensioni/impressioni. A me questo disco ha dato un’impressione un pò spaesante… l’ho ascoltato di seguito varie volte e alcuni brani oscillavano nella mia considerazione da “prevedibili” a “capolavori”. Ci sono quegli arrangiamenti puntuali che riescono ad innalzare la qualità di una canzone di non poco come “luna bruna”, “bodyguard” o “galosce selvagge” che sono per adesso tra le mie preferite, ma tutto può ancora cambiare. “Enfant Prodige” e “massaggiatrice” mi sembrano praticamente uguali come melodia e parte dell’arrangiamento, due pezzi comunque molto belli. Jeeves, con l’ironia tipica di Conte, evoca la tematica di “fuga all’inglese”. Insomma quasi tutti i brani mi piacciono, e molto, ma non riesco ancora a rendere definitiva questa considerazione… a rileggerci…
Enfant prodige e Massagiatrice sono “lo stesso” brano, solo con due testi diversi. Quindi di fatto sono due brani diversi, due vestiti diversi per la stessa melodia. Prima la musica, il motto contiano e di tutta la tradizione dei songwirter americani. Per Nelson, poi, Conte ha rilasciato preliminarmente delle sue note epslicative dei brani, cosa inconsueta, dato che di solito era con le interviste successive che si riusciva a sapere qualcosa di più sui brani:
http://www.concerto.net/conte/events/about_nelson00.htm
Da qualche tempo le sue canzoni descrivono sempre meno e lasciano sempre più spazio all’esplorazione individuale…. e questo richiamo agli indiani? Anche in “il quadrato e il cerchio” è tema predominante…..
una monografia del Mollicone sull’avvocantante, chissà…magari riesce (Conte) a regalarci anche un libro. Non ci dispiacerebbe affatto avvocà…
http://www.rai.tv/dl/replaytv/replaytv.html#day=2010-10-17&ch=1&v=34976&vd=2010-10-17&vc=1
tra i migliori libri usciti sul/del Maestro, sicuramente questo:
http://www.ibs.it/code/9788842814627/furnari-manuela/paolo-conte-prima.html
il migliore secondo me, è questo!!
http://www.bielle.org/2006/Libri/PaoloConteSbagliava_libro.htm
ah ecco, grazie Matteo, non avevo ancora letto quelle note di Conte sui brani.