ecco un’altra di quelle opportunità rimandate ad oltranza in attesa di una lucida illuminazione o più opportunamente di una sintesi. sì, perché se solo azzardo un approccio a Paul Weller e alla sua parabola artistica rischio l’esondazione e il dilagare di emozioni e parole. e non credo che riuscirei ad essere limpido e tanto meno interessante. l’educazione sentimental/musicale del sottoscritto da cucciolo è indissolubilmente legata alla carriera del soggetto di cui sopra. talmente tanti i ricordi e i fatti salienti da rimanere invischiato come nella melassa. per questo eviterò l’anamnesi del mo contagio.
in quegli anni oscurantisti (musicalmente e non) che furono gli ’80 del secolo scorso trovai, fra i pochi, un appiglio possibile nella carriera di questo british purosangue. come un segugio giunto un pelo in ritardo annusai le orme del punk attraverso la musica dei The Jam, e poi, solo dopo, non mi feci scappare neppure un EP del suo progetto successivo: The Style Council.
il resto, volendo, è più o meno storia recente. nel senso che al debutto della carriera solista la mia attenzione si spostò altrove e distrattamente persi un poco il tragitto della sua evoluzione per controllarla saltuariamente ascoltando o accorrendo a qualche live ove possibile.
è per questo che questa strenna natalizia dell’anno appena sfumato corre in assoluto soccorso per rinvigorire un poco l’amore mai sopito per un artista che, oggi cinquantenne, rappresenta oramai un’istituzione per la musica anglosassone. dopo aver fatto letteralmente la gavetta ad inseguire e ad imitare i suoi idoli da questa e quell’altra sponda dell’Atlantico si ritrova oggi ad essere vero e proprio guru osannato e a sua volta imitato.
Paul Weller At The BBC è un quadruplo che racchiude 74 canzoni registrate dall’emittente inglese fra il 1990 e il 2008. versioni inedite e anticipazioni, registrazioni solitarie in studio e non, lives, covers, promo e vere e proprie delizie distribuite lungo un ventennio. un piccolo monumento vivente della sua grande carriera. un tributo alla statura artistica e alla sua coerenza.
ed è per questo che invece di perdere altro tempo a raccontare di ciò che fu e di ciò che è stato, preferisco cogliere questa occasione al volo per parlare di Weller ed affidarmi a questi 4 dischi e lasciar parlare loro. come al solito li aggiungo qui di seguito per chi già sa o per chi vorrà sapere (CD1 CD2 CD3 CD4).
appropriatamente aggiungo qui la chiamata a raccolta per fans esclusivi (e qui io alzo la manina). per chi volesse esplorare in profondità il lato black dell’anima di Weller e farsi condurre per mano dentro la sua smisurata collezione di vinili vintage ecco correrci in soccorso una trasmissione che sempre la stessa BBC trasmise nella primavera del 2001. Paul Weller’s Vinyl Classic è una serie di 6 puntate in cui Weller racconta in prima persona la sua negritudine attraverso l’ascolto della musica che lo ha ispirato e che credo lo faccia ancora sognare. qualcosa di molto simile alle Theme Time Radio Hour‘s di Dylan ma completamente dedicate a soul, funky e blackness varia. pura delizia distillata in tre doppie puntate (Parts 1&2, Parts 3&4, Parts 5&6) che mi piace regalare a piene mani.
The Soul Lives On!
e allora that’s entertainment….
…and what you give is what you get!
fan esclusivo? e chi l’avrebbe detto
c’è pure quella hrudi!
eccome se c’è!
ma per vecchi amanti del soul e mancati ballerini quali noi siamo, ti consiglio vivamente la raccolta dei vinili di Weller!
delizie!
caro Diego,
non mi sono dilungato (come ho detto) perché la vicenda sarebbe stata lunga, complessa e tediosa. ma la mia vicenda è cucita a doppio filo con quella di Weller, e se troviamo un cavatappi, una bottiglia e un po’ di tempo te la racconto.
sempre che ti interessi!
io, comunque, sono un fan del vecchio Cappuccino Kid!
se borguez racconta voglio esserci anche io!
si sta per proporre un’altra cena?
cene su cene.
io mi prenoto.
curiose le donne è!!
ci vuole più di una bottiglia…
una storia che mescola giovinezza parka ragazze musica lambrette concerti viaggi a londra vicinanze lontananze raduni distacchi e reincontri….praticamente una vita!
ma Borguez sarà di certo un buon narratore..
…è come entrare nel “our favourite shop”
che spettacolo!
Paul è musicista autentico ed appassionato: in lui vive – da giovane cosi’ come oggi – la Musica.
Bellissimo post.
Marco Reina
grazie della visita Marco.
felice di condividere con te la passione per n “musicista autentico”.
a presto