ci sono personaggi che attraversano la celebrità rimanendone ai confini estremi, defilati e apparentemente disinteressati. figure loro malgrado celebri, distrattamente coinvolti in vicende appartenute ad altri e nonostante questo indispensabili. ballerina di seconda fila, l’Augusto della clownerie, la spalla del comico fino al più celebre dei caratteri secondari…Sancho Panza.
Pierre Nicolas è uno di loro! il suo contrabbasso ha accompagnato per trent’anni la vicenda artistica e umana di uno dei più grandi artisti francesi, vero e proprio vanto e orgoglio nazionale: George Brassens! del cantautore di Séte sarebbe bene parlarne più compiutamente e diffusamente altrove, mentre del buffo Nicolas mi piacerebbe ricordarne brevemente la vicenda.
come si conviene ai personaggi “minori”, la biografia appare confusa, approssimativa e incompleta. nacque nel 1920 e della sua misteriosa infanzia e adolescenza poco ci resta, se non ritrovarlo già adulto, nel 1952, facente parte dell’orchestra di Léo Clarens nel celeberrimo cabaret di Montmartre ad accompagnarne la titolare, Patachou. fu la primadonna a fare incontrare i due futuri amici, Brassens gli chiese di accompagnarlo alla chitarra e da allora le loro vicende divennero indissolubili. mi pare doveroso ricordare che Nicolas fu anche inizialmente alle spalle della grande Barbara sul palcoscenico del Bobino e che incise dischi con Charles Trenet e Jacques Brel.
mustacchi un po’ seriosi e un po’ gallici alla moda dell’epoca, figura inizialmente esile che il tempo ha simpaticamente reso buffa, circonferenza che via via andava ingrandendosi, naso francese (nel senso rubizzo e alcoolico del termine), faccia da titolare di brasserie e indolenza congenita. la sua silhouette costantemente confinata ai limiti dell’occhio di bue, appena illuminata e discretamente presente.
la sua tecnica musicale prestata all’arte del fido compare, essenziale e semplice come le cose preziose, appena accennata a punteggiare i tempi pari e gli accordi saltellanti, i valzer e le traiettorie ternarie di ballate immortali. dietro quel connubio si nasconde una grande amicizia, solidale e fraterna, fatta di tourneé e viaggi, di bicchieri di buon rosso e sguardi compiacenti. la stessa amicizia che Brassens ha immortalato in quel capolavoro che è Les Copain D’Abord (il testo qui). e anche in seguito al momento tanto evocato della dipartita di Brassens, nel 1981, Nicolas non ha fatto mancare il suo contributo alla memoria dell’amico partecipando alle registrazioni del materiale inedito insieme a Jean Bertola … tutto questo fino ad un mattino di gennaio del 1990 quando ha deciso di raggiungere l’amico dal quale non poteva restare separato.
nient’altro che un ricordo doveroso che mi ero ripromesso di tributargli…
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Hola! eccomi di ritorno, sul pulpito ho raccontato la mia vacanza. Nel frattempo la tua penna è stata, al solito, molto produttiva… tanto che mi trovo solo ora a compiangere Max Roach, quel We Insist! l’ho ascoltato svariate volte, ed a maggior ragione quando scrissi questo racconto.
Riguardo il tuo Mac sai che ne ho pensato sin dall’inizio, ed ora la metto giù dura: se ti compravi un Toshiba ci facevi le stesse cose, spendevi la metà (magari saresti venuto all’ATP) e anche prendendolo a calci avrebbe continuato a funzionare…
(se legge Hikari mi demolisce)
PS: mi è stato regalato l’Aleph del tuo illustre cugino… sono impaziente di cominciare la lettura!
caspita, non so nulla di musica francese… mi citi nomi a me assolutamente misconosciuti (brassens a parte)! per ora sto percorrendo altre strade che attraversano il continente americano da nord a sud, ma presto verrà il momento anche per me di tornare alla vecchia cara europa!
diego ti leggo solo ora e spezzo una lancia in favore delle sofferenze di borguez: il mio Toshiba è defunto miseramente dopo soli due anni di attività, il primo dei quali trascorso nella pressochè assoluta nullafacenza!!!!! e non ho speso la metà, ho speso uguale (almeno ai tempi)!!! e non l’ho trattato male, poverino, lo accudivo amorevolmente, mica come borguez che con il suo mac a momenti ci giocava anche a racchettoni (borguez sto scherzando…)! uff…
la mia ignoranza dilaga sull’argomento.
Il personaggio doveva essere interessante però….mi è tornato alla mente uno dei miei libri preferiti “il contrabbasso”.
ore 2:43 della notte…
notte strampalata di vento caldo e luna piena!
notte adatta al silenzio malgrado i miei fedeli lettori non lesinino (è italiano?) spunti e suggestioni!
domani, con più cautela conferirò con tutti!
notte…o buongiorno!
Diego,
il mio Mac ora è in buone mani e tornerà più splendente di prima (scaramanzia pura!) e ahimè, la sua temporanea infermità non credo che abbia a che fare con nient’altro che con quella sana sfiga che accompagna ogni vicenda umana!
ricordo il tuo post 1967 e ti rilancio un amo riguardo il memorabile Aleph… ne scrissi molto tempo fa in un post riguardante Roberto Goyeneche e una mia idea di Buenos Aires!
Invidio il fatto che tu debba ancora leggerlo e la tua metaforica verginità a riguardo… io mi tengo sovente appresso una lussuriosa edizione dei Meridiani con l’opera omnia dell’illustre cugino e spesso rileggo alcune cose, e immancabilmente quel racconto…
sono convinto che rappresenti la più precisa idea di paradiso per un convinto laico quale io sono!
ti meraviglierà!
Maud,
grazie per aver preso le mie difese… non accetto provacazioni da uomini molto più innamorati e fortunati e giovani di me!
la musica francese è immensa e snobbarla aprioristicamente è atto che nega il concetto stesso di intelligenza. preferisco il tuo atteggiamento deferente ai troppi che sputano su un piatto sul quale non sanno di aver mangiato.
come sempre a disposizione, per quanto possibile, per delucidazioni!
per il momento seguo le tue traiettorie americane dal continente europeo!
Hrudi,
il personaggio in questione è realmente minore, in ombra dietro la grande carriera di Brassens. e forse per questo meritava un doveroso plauso!
certamente doveva essere interessante se il loro sodalizio è durato per tutta una vita!
non so molto in proposito se non quelle notizie biografiche e una mia passione per la sua figura così francese e buffa! e poi per quei fantastici dischi che produssero assieme!
molti anni fa anch’io lessi quel romanzo e lo ricordo con piacere. peccato fosse passato in secondo piano dietro melliflue essenze, aromi, afrori e puzze infernali…
a presto
io non accetto critiche e non mi fido delle compentenze elettroniche/elettrotecniche di una che ha trattato la batteria della sua automobile a quel modo… 😉
si il profumo di suskind ha avuto certamente gran successo,
anch’io però preferisco il contrabbasso!
buon giorno a tutti. Nel mio fermo in casa forzato con tanto di gamba a 90°dovuta a geste eroiche/minoiche/cretesi son riuscito finalmente a soffermarmi nella lettura di qualche blog di amici. Del resto ho provato anche a passare qualche ora a sbirciare col teleobiettivo il cortile del mio condominio ma non ho incrociato nè prove di aspiranti ballerine nè loschi figuri che seppelliscono resti umani nelle aiuole. Solo qualche bambinetto cencioso che si prodica in sgummate. Dunque approffitto per salutare e per fare i complimenti a Borguez che oltre ad avere una penna felice riesce a scovare strade secondarie che come spesso accade offrono anche i panorami migliori. E poi la negritudine… Madre di tutto ciò che ascoltiamo. Un sorriso a Max Roach, un urrah per Madlib e un gesto virile per Fela Kuti di cui sto ascoltando Zombi che dura solo 12 minuti e 25 ma che poi metto in loop quanto pare a me.
cazzo, ma come si fa mettere il loghetto accanto al nome? (sono un po’ rosso per la mia inettitudine)
ma che successe alla batteria di Maud?
ma che successe alla sceneggiatura del Profumo che Kubrick non fece in tempo a realizzare?
ma che successe a gagarin? il Minotauro forse?
Ma che succede a chi non sa il francese? Ascolta Brassens, non ne capisce un’arrotata e nasale fava e si sputa allo specchio, negando aprioristicamente il concetto stesso di buon senso? Vabbè, provvedo. E mi associo a Gagarin, un sorriso a Max Roach e un urrah a Madlib (e alla Apple, per dio!). Ci si vede nel weekend, I will be back (con dischi folk rumeni da sottoporti, sviscereremo previa cospicua bevuta di palinka le alate liriche di Maria Dragomiroiu, l’usignuolo dei Carpazi).
ma che succede a chi non sa il rumeno?
ma che succede a Hank che non ha ben compreso chi è gagarin? (pensaci e lo scoprirai)
Hank ti attendiamo a braccia aperte…
ohi ohi, la mia povera batteria che mi lascia pedibus calcantibus… e diego non sa che la tragica esperienza si è ripetuta meno di un mese fa, ma questa volta la suddetta ha dato segni di ripresa autonomi dopo una mezz’ora di riposo! magari se evitassi di fermarmi a chiaccherare in macchina con i fanali accesi…
ne approfitto per mandare un saluto a gagarin!
che successe a gagarin? avete presente una scala, una di quelle strutture architettoniche costituite da una serie di gradini? Bene, un venerdì (lo scorso) sul finir del pomeriggio, dal primo piano del modesto albergo in cui trovavo ristoro in quel di Matala, iniziai a percorrerne una, per giungere giù, sino alla hall, che mi avrebbe condotto in strada e poi in spiaggia. Piede destro sul gradino A, piede sinistro sul gradino B, poi piede destro sul C e così via, finchè al gradino Y, con il piede sinistro ancora ben saldo sul gradino W, piede destro decide che no, non è il caso di fare tacco punta, ma di andar giù diagonalmente, di sghimbescio per la precisione. E così il mio fragile corpo è franato giù, in quella hall che mi avrebbe dovuto condurre in strada e poi in spiaggia, per fermarsi lì, mentre l’irriverente piede destro assumeva le sembianze di una zampogna. Così è.
Un saluto alla cara MAUD
E comunque, c’è qualcuno che spiega a un profano come il sottoscritto come poter visualizzare la propria icona?
e comunque è tutta colpa della forza di gravità. mi sono sempre trovato meglio in sua assenza situazione in cui tutto ciò non sarebbe successo
….la mia parola del giorno é SGHIMBESCIO!
nonostante provi un certo dispiacere per gagarin!
pierre nicolas è con mingus il contrabbasso fatto uomo, la realizzazione del collodi-pensiero. gagarin troppo raki non giova alle giunture, quel giorno a falassarna saresti dovuto venire con noi a cena: zuppa di cheese fish e forse non sarebbe successo. adesso vado con money jungle nelle orecchie a bere un bicchiere…….. la notizia ha colto di sorpresa anche il mio rientro. se i bicchieri dovessero moltiplicarsi intonerò anche un azzurro alla luna. ciao capitano.
déserteur incontrò gagarin?
…e viceversa?
credo fosse lui l’astronauta col quale scambiai quattro chiacchiere quel dì, oppure no? in tutti i casi sono dispiaciuto per l’incidente!
Gagarin come Calvino,
Déserteur come Armstrong (l’astronauta),
Maud come MagnetiMarelli,
Hank come il conte emofilo,
e Hrudi di sghimbescio!
tutto è in ordine,
tutto torna!
caro déserteur, di cui prima scorsi in lontanza, nella discesa in spiaggia, le folte basette e la bottiglia di vino, per poi riconoserlo tramite gli occhioni azzurri della sua compagna. quella sera lì noi poi trovammo vassilis, proprio in fondo la discesa prendendo la prima a destra. in un giardino cosparso di uilivi la miglior mussaka e le più gustose seppie della nostra breve esperienza isolana.
ma poi Balos l’avete raggiunta? Dimmi di sì, te ne prego
Non capisco nulla, ma è tutto molto bello. Ci si vede!
gagarin, ora che sei uomo telematico dotato di immaginetta (che peraltro riporta la medesima gamma cromatica del ritratto del Grande Timoniere che ben conosci), fornisci qualche indizio ad hank affinchè comprenda la tua misteriosa identità!!!
trovo assolutamente fuori da ogni dubbio che hank non possa aver compreso la mia identità alquanto poco misteriosa. peraltro fu il sottoscritto che nel ’57 fece pressioni al comitato centrale per far sì che fosse mandata in orbita la cagnetta laika invece del grattachitarre dell’alabama, salvandogli così la pellaccia.
direi che l’avatar ha le tinte di un’icona russa!