da troppo tempo mi arrovello alla ricerca del giusto modo per affrontare in questo luogo un qualsivoglia discorso a proposito del White Album dei Beatles.
disco fondamentale per la mia esistenza! senza scherzi! apparso al mondo proprio un mese scarso prima della mia comparsa e dunque “generazionale”, coevo e in qualche modo fraterno. ma la materia è immensa da far tremare i polsi, la maestosità del disco può annichilire e uno dei tre gradini del podio assoluto dei miei ascolti per sempre occupata!
come approcciarsi dunque?
poi ieri aprendo il giornale apprendo della morte del Maharishi Mahesh Yogi alla tenera età di 91 anni e i miei gangli si orientano inevitabilmente su Sexy Sadie. dunque ecco l’illuminazione (grazie Yogi!): tratterò a tempo debito ognuna di quelle 30 canzoni e da quest’ultima partirò. forse l’unico modo possibile o almeno l’unico che in questo momento mi sovviene.
Sexy Sadie si sarebbe in realtà dovuta intitolare Maharishi what have you done, you made a fool of ev’ryone perchè esattamente pensando a lui era stata scritta. quando John Lennon lasciò alquanto deluso Rishikesh e l’India aveva già in tasca il testo e un pugno di accordi pronti all’uopo. la sua delusione per alcuni aspetti sin troppo materiali dell’attività dello Yogi e per quel suo voler entrare nella spiritualità della giovine Mia Farrow dall’ingresso sbagliato lo convinserò del fallimento di quell’esperienza mistica. il piccolo George rimase ancora un poco, Paul pareva più divertito e ispirato che altro e Ringo credo fosse laggiù per puro turismo a giudicare dalle espressioni che immancabilmente sfoderava nelle foto del periodo.
il titolo fu dunque sostituito da Sexy Sadie per evitare querele e questioni legali. perchè, se sono i Beatles a sputtanarti, non è che la notizia passi del tutto inosservata e a giudicare dall’impero che il Maharishi aveva in mente di fondare (ad oggi il valore dei suoi possedimenti si aggira sui 300 milini di dollari) si pensò bene di evitare qualsiasi controversia. il messaggio comunque passò e ad oggi che sono scomparsi entrambi i due “litiganti”, la canzone se la gode!
perchè a quella sarà bene tornare! il testo dunque non risparmiò tutto il sarcasmo lennoniano e l’artificio di sostituire quel nome non fa altro che amplificare l’invettiva amara e divertita. musicalmente mi ha sempre ricordato una blue eye soul ballad con quei cori a fare da irriverente controcanto agli spigoli della voce di John e al suo pianismo percussivo, e poi i soliti bridges tipici della scrittura di Lennon con quelle aperture maggiori verso ipotesi oniriche. mi accorgo che sto tentando una critica tecnico-musicale ad un brano dei Fab Four e che Yogi me ne scampi! come oso? non mi permetterei mai!
meglio lasciare spazio al video (esaustivo) e rallegrarsi di questo escamotage che mi permetterà finalmente di parlare del più grande disco del più grande gruppo che la storia della musica ricordi!
[youtube=http://it.youtube.com/watch?v=giDbi2XTcyA]
ti permetti e poi non ti permetti
devo ricordarmi di tirare l’acqua
sembra una canzone di Mina!
non mi deludi mai
quella
out of topic: Grazie per aver condiviso con me la notevole esperienza formativa di aver visto il film Cous Cous direttamente sotto-commentato in dialetto dalle Azdore di Alfonsine.
…a ben pensare è valso un po’ di più del film!
lo ha impreziosito…direbbe Hank!
cous cous andava abbondantemente tagliato!
…forse sarebbe apparso più gradevole.
…se poi si considera che,
è con le mani che andrebbe mangiato,
nessun taglio gli avrebbe giovato!
diciamo che la sinossi del film potrebbe essere così tradotto nell’idioma delle azdore alfonsinesi:
“ì ta da stè cous cous!”
e po’ cous màgna nènca!
al solito, quoto hrudi v. bakshi… non capisco come un film del genere possa durare 150 minuti.
Nondimeno passa dal realismo (la criticità delle situazioni economico-familiari dei franco-magrebini) alla favoletta (una barca che si restaura senza soldi, un cous cous preparato in due minuti, et. al.) beffandosi della nostra intelligenza!
tralascio la mia critica al film.
…ma la scena finale, è veramente estenuante per lunghezza!
si rimane a bagnomaria, forse per 20 minuti senza che succeda nulla a parte quello che si intuisce nei primi 40 secondi!
io sarei andato a mangiarmi una piadina al prosciutto dopo essermi sbronzato con tutti quei beveroni alcolici di dubbie origini e di dubbio gusto!
ma le azdore alfonsinesi dove le avete trovate?
…le avete portate da casa o siete stati in trasferta al gulliver!
Pingback: The Beatles The 1968 Demos « borguez