eccolo! ecco il disco che non si osava neppure immaginare. quello che rimette in pace le ansie ed i dubbi, la continua tensione fra moderno e ricerca, fra avanguardie e tradizione. ecco provenire dalla madre della terra il suono liberato dal tempo e dai luoghi, privato dell’inutile e consacrato nel semplice, nella sottrazione, nella privazione.
Toumani Diabaté The Mandé Variations
un uomo da solo in preghiera. un griot e la sua kora. una stanza nell’albergo/studio di registrazione di Bamako, Hotel Mandè. nello stesso luogo, con le stesse rive del Niger a limitare lo sguardo. lo stesso luogo in cui fu registrato In The Heart Of The Moon assieme allo spirito immenso di Ali Farka Toure. vorrei sgombrare il campo da sacralità, mistica o retorica, ma questi uomini paiono immersi in un mondo che da questa sponda del mediterraneo pare perduto. e allora se esiste un conseguirsi delle generazioni, l’avvicendarsi del tempo e delle stagioni, se esiste un senso nella tradizione ecco questo disco ad insinuarsi dolcemente in questo flusso, a porsi come come pietra miliare alla quale giungere e dalla quale ripartire.
di questo disco non parlerò, non potrei, non dovrei. questo disco lo si ascolta, non se ne dovrebbe parlare. a me resta la sensazione del compiuto, di un punto a cui i miei ascolti era necessario che giungessero e dai quali si diramassero nuovamente con un segreto taciuto e questo suono per sempre in coscienza.
gloria alla World Circuit che svolge un lavoro immenso, eccelso e encomiabile e che diffonde questo video assai più esplicativo di ogni mia parola.
fra i dischi del secolo, ma non so quale!
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…proprio oggi mi è arrivato, comprato sul catalogo Felmay.
E’ bellissimo!
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