tempo di riaprire le finestre che si sporgono a ovest. soffia vento occidentale, scuro e freddo quanto basta. ritornavo pochi giorni addietro su North Star Deserter per riassaporarne tinte e sapori, ignaro che un nuovo disco di Vic Chesnutt stesse già sulla strada di casa.
ecco una foto scattata da Velasquez. ecco un uomo che esce dall’ombra. ecco sbocciare la penna amara e la voce ritrovata (e coraggiosa) di uno dei più importanti songwriters dei nostri tempi.
eccolo di nuovo a collaborare. e se prima erano stati membri dei A Silver Mt Zion e Guy Picciotto dei Fugazi, qui gli fanno da sodali compagni di viaggio gli Elf Power fuoriusciti dal collettivo Elephant 6. collaborazione tanto inattesa quanto straordinaria.
nasce Dark Developments per Orange Twin. 9 brani fulminanti per fare pace con il soul, il rock e l’autunno. ballate, dark novels e costruzione di meraviglia. chiunque (o qualsiasi cosa) generi un brano come The Mad Passion of the Stoic incute gioia e timore. celebrazione di bellezza, controcanti che si accavallano senza raggiungersi e riff che taglia gola e polsi. un capolavoro…
come il grottesco e surreale dell’affresco deviante di copertina ad opera di Terry Rowlett (Trough the Garden).
disco giunto per restare, inevitabilmente. lo sto ascoltando attonito, sorpreso. sto leggendo recensioni che forniscono paragoni con eminenti giganti del passato: Nick Lowe, John Cale o Lou Reed. ma forse questo è davvero il tempo di nuovi giganti!
Alè! ripeto, Alè!
North Star Deserter fu il mio Disco dell’inverno e, a proposito di un tuo commento nel mio post, la domanda sorge spontanea: ha fatto meglio?
supponevo potesse fare meglio, o forse semplicemente uscire ulteriormente dall’ombra e fiorire. ed eccolo, infatti. accontentato.
le canzoni sembrano divincolarsi, veleggiare.
pare trascorso un tempo di introflessione per lasciare spazio a brani di respiro, per accostarsi ad un soul bianco (con le dovute precauzioni), per far passare aria fra legni ed infissi.
da ascoltare tutto in un sorso e non esserne dissetati. e ricominciare…
Io ho ascoltato molto in questo periodo “North star deserter”. Non conoscevo Vic Chesnutt fino a pochi mesi fa, poi qualcuno mi ha fatto ascoltare “You are never alone” . Ci sono canzoni che si appiccicano ad un particolare momento e ti fanno tornare la voglia di riempire i polmoni fino a stordirti di ossigeno. Ringrazio quella canzone.
ringraziamo le canzoni, ma quella (You are never alone) piace assai pure a me che indistintamente l’avrebbe potuta scrivere Wagner (quello dei Lambchop intendo) o Callahan e poco importerebbe. ma la scritta Chessnut e a lui il merito e noi la catarsi.
adesso ce ne sono altre 9 splendide, e io torno a consigliarle!
amo. punto.
oh sì, caro Delso!
oh sì!
Sarebbe bello, molto bello, avere Vic Chesnut da queste parti. Questo è stato un anno di concerti incredibili, da Tom Wait a Smog passando per Bonny Prince Billi. Spero possa avverarsi anche questo mio desiderio di poter ascoltare Vic dal vivo. Se ti arrivano voci di un suo probabile concerto…citofona 😉
sto ascoltando con gusto. non ha fatto meglio, ha fatto diverso. è cambiato il contesto (più classico) ma la bellezza delle canzoni rimane poco descrivibile, ed il talento del Nostro quasi sconfinato.
Incredibile!!!
Ci sono canzoni che porteresti con te per sempre, lungo qualunque strada, fino a diventare ogni respiro, ogni tocco, ogni accordo; tutto. The Mad Passion… riporta le cose al posto giusto, lungo la perfetta orbita dei pianeti. Canzone dell’anno, di tutti questi inutili anni di umanità stanca e irrisolta. La fiducia nella creazione, nell’arte e nel nostro destino!
luca sono con te!
assolutamente sì!
e ti ringrazio per la visita!
…dichiariamola candidata a canzone dell’anno!