Yusef Lateef (classe 1920) è uno di quei patrimoni dell’umanità che andrebbero difesi e preservati dagli attacchi del tempo e dell’oblio; così come si fa con gli alberi secolari. ed è proprio il titolo del suo ultimo lavoro a suggerire questo paragone quanto mai appropriato. Roots Run Deep (RogueArt, 2012) giunge inatteso a rimembrarci quanta profonda e saggia bellezza abbia ancora da sussurrare questo musicista fondamentale della grande epopea afroamericana del jazz. a concepire questo splendido disco ci hanno pensato Nicolas Humbert e Marc Parisotto carpendo e montando alcune meditazioni solitarie per voce e strumenti di Yusef Lateef: il pianoforte, il flauto ed il tenore accompagnano la voce pacata di Lateef catturata recitare vecchie narrazioni risalenti al 1976 (dal libro Spheres – Stories by Yusef Lateef, Fana Publishing Company, Amherst, Massachusetts). questi soliloqui sono stati poi montati assieme ad alcune registrazioni effettuate durante la realizzazione del film Brother Yusef: A Chamber Film with Yusef Lateef del 2005.
il gospel, Lester Young, meditazioni sulla vita e sulla morte, un traditional come Motherless Child e alcuni assoli interiori compongono questo compendio tascabile di bellezza e poesia afroamericana. Yusef Lattef medita di libertà di fronte agli alberi: le radici scavano rapide in profondità, i rami si slanciano versono il cielo e le foglie cadono. un piccolo haiku islamico di vegetale saggezza.
un disco splendido e segreto da raccogliere e dimenticare fra le pagine di un libro come certe foglie raccolte per chissà quale motivo: ritrovarle sarà l’epifania privata che illuminerà la coscienza. chino il capo in segno di ringraziamento e applaudo muto e silenzioso le grandi fronde ombrose di Yusef Lateef.
Yusef Lateef Roots Run Deep
Bellissimo.
e me lo compro pure!
No scusa,intervengo a distanza di pochissimo…tra i dieci dischi dell’anno.
sono lieto che tu ti sia sbilanciato in prima persona ed abbia apprezzato questo disco che pare sia passato perlopiù inosservato.
te lo dico sottovoce, qui fra me e te, anche per me è uno dei dischi dell’anno (non saprei dire se del 1974 o del 2021: ma poco importa).
teniamocelo per noi dunque.
a presto
Solo per un saluto e per sapere se va tutto bene. Ho letto della scossa a Ravenna, spero senza conseguenze per te (e per quei CD in equilibrio precario sulla mensola…).
Caro Fabio,
grazie per la premura e per il pensiero. non mi pare che questa parte di romagna abbia subito danni (persone o cose) o almeno a me non risulta. soltanto uno stato leggermente angoscioso che va ad incrementare da qualche settimana a questa parte: sentirsi inermi, inutili e provvisori tramite il letto che scuote non è quel tipo di emozione che infonde fiducia in sé stessi e nel futuro.
i cd stanno bene e la musica pure, spero anche tu.
grazie del pensiero gentile.
a presto